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Associazioni 18 Apr 2008

Associazione Ligure dei giornalisti: “Calcio, come sono buoni i presidenti Garrone, Sampdoria, non “caccia” i giornalisti che fanno il loro mestiere”

“Chi sparge sterco su di me, la mia famiglia e la Sampdoria, dovrà fare i conti con le nostre contromisure". E' un durissimo attacco quello che il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, sferra nei confronti di una certa stampa in relazione al suo deferimento (insieme con l'amministratore delegato Beppe Marotta) con l'accusa di doping amministrativo e plusvalenze false nell'ambito delle operazioni Kalù e Antonini con il Milan risalenti al 2003”.

“Chi sparge sterco su di me, la mia famiglia e la Sampdoria, dovrà fare i conti con le nostre contromisure". E' un durissimo attacco quello che il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, sferra nei confronti di una certa stampa in relazione al suo deferimento (insieme con l'amministratore delegato Beppe Marotta) con l'accusa di doping amministrativo e plusvalenze false nell'ambito delle operazioni Kalù e Antonini con il Milan risalenti al 2003”.

Affermazioni rilasciate a una emittente tv genovese il 16 aprile. E, ancora: “Nei confronti di alcuni giornali, fortemente criticati ieri con parole forti, Garrone ha escluso provvedimenti: «mi sono giustamente lagnato contro chi ha dato grande enfasi a questa cosa. È una minestra riscaldato con qualche intingolo dentro e vale per quello che vale», affermazione fatta oggi. Riccardo Garrone, forse emulo del prossimo vaffaday di Grilliana memoria sull’informazione, prima ha accusato chi ha fatto il proprio lavoro (dare conto, in modo esaustivo, completo di un deferimento in un procedimento sportivo, sentendo e pubblicizzando, giustamente, le posizioni dei deferiti), poi ha escluso provvedimenti (bontà sua) contro chi aveva dato troppa enfasi alla notizia. Il presidente Garrone, che è pure editore possedendo con un altro imprenditore una quota (40%) di un giornale, dovrebbe sapere che il lavoro giornalistico è fatto di poche essenziali regole: prendere una notizia, verificarla, acquisire i documenti a sostegno, fare parlare le parti in causa. Poi ogni giornale decide in merito, su titolazione, spazio eccetera. Nessun giudizio di merito (colpevoli o innocenti) è stato espresso. Semplicemente, in base alle accuse, difese e codice, è stato spiegato quali potrebbero essere, in via ipotetica, le soluzioni del processo. E’ davvero sorprendente l’atteggiamento del presidente Garrone e ancora di più quello di chi, scrivendo sui giornali o parlando in tv o in un blog, parla di “certa stampa” come se lui appartenesse a un’altra categoria. Al “giro” sulla giostra delle ritorsioni e minacce dei presidenti di calcio (pochi giorni fa era toccato, a Catania, a un collega della gazzetta dello sport) finiamo per salirci tutti. Presidenti e a volte anche i colleghi dimenticano i protocolli sottoscritti con Coni e Figc dopo i casi di Calciopoli sulla prevenzione della violenza e sul come fare informazione in modo corretto al di là di cosa presidenti, calciatori e parte delle tifoserie vorrebbero sentirsi raccontare anche facendo finta di non vedere la realtà. Accettare questo vuol dire dare ragione a chi promuove referendum spacciando un falso obiettivo di libertà di informazione gettando via il bambino (l’informazione e le diverse forme di giornalismo) con l’acqua sporca (gli errori e chi lavora in malafede). Inutile dire che il presidente Garrone, come accaduto quando pretendeva il silenzio stampa sulle trattative per l’acquisto della Sampdoria (se ne era lamentato anche durante la sua deposizione al processo in corso per il tentativo di truffa nei suoi confronti) ha perso una occasione per rafforzare lo “stile sampdoria”: accusare di spargere “sterco” chi riporta fatti documentati come un deferimento sportivo, dando voce anche ai deferiti, è quantomeno una sgradevole caduta di stile. A meno che il pensiero non tradisca una insofferenza verso chi fa informazione senza bandiere se non quella della notizia. Ma se così fosse, Garrone sarebbe purtroppo in buona compagnia. Marcello Zinola segretario Associazione Ligure dei Giornalisti I lanci di agenzia al centro del caso CALCIO:PLUSVALENZE; GARRONE, SE VERO È SOLO PECCATO VENIALE (ANSA) - GENOVA, 17 APR - «Il nostro, se è un peccato, è il minimo del peccato veniale»: così stamani il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone ha commentato il deferimento da parte della giustizia sportiva per le plusvalenze, rimarcando la propria estraneità ai fatti contestati. Lo ha fatto a margine dell'inagurazione di un'installazione dell'artista argentino Tomas Saraceno alla Fondazione intitolata al padre, Edoardo Garrone. «Tutte le società sono state inquisite, processate, condannate o non condannate dalla magistratura ordinaria - ha detto Garrone -. È poi d'obbligo, come avvenuto in Moggiopoli, che queste cose vanno alla giustizia sportiva. Per la magistratura ordinaria siamo purtroppo in corso d'assoluzione per prescrizione di reato anche se noi avremmo voluto andare in dibattito e dimostrare la nostra assoluta innocenza». «Io ritengo che non ci siano per noi i presupposti per arrivare a sanzioni, condanne o retrocessioni, data la natura dei fatti - ha aggiunto Garrone -. La nostra situazione è ben diversa da quella di altri, basta vedere gli atti di altre società molto importanti che si trovano a nord di Genova». Garrone ha poi proseguito sottolineando che «noi siamo assolutamente al di fuori dell'ipotesi di reato sportivo e ci teniamo, per il prestigio della nostra società e di com'è la mia storia, che questo venga messo in evidenza. Non vogliamo che i media facciano di tutta l'erba un fascio». Nei confronti di alcuni giornali, fortemente criticati ieri con parole forti, Garrone ha escluso provvedimenti: «mi sono giustamente lagnato contro chi ha dato grande enfasi a questa cosa. È una minestra riscaldato con qualche intingolo dentro e vale per quello che vale». CALCIO: PLUSVALENZE; GARRONE ATTACCA STAMPA, E' UNA VERGOGNA (ANSA) - GENOVA, 16 APR - "Chi sparge sterco su di me, la mia famiglia e la Sampdoria, dovrà fare i conti con le nostre contromisure". E' un durissimo attacco quello che il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, sferra nei confronti di una certa stampa in relazione al suo deferimento (insieme con l'amministratore delegato Beppe Marotta) con l'accusa di doping amministrativo e plusvalenze false nell'ambito delle operazioni Kalù e Antonini con il Milan risalenti al 2003. "E' una vergogna - prosegue Garrone, parlando a margine di un convegno a Palazzo Ducale e raccolte dall'emittente Telenord - che si attacchi me, in un mondo nel calcio dove ho dimostrato di comportarmi in maniera diversa da altri. Sapremo far valere le nostre ragioni". In sede ordinaria il procedimento per falso in bilancio relativo alle compravendite dei due giocatori cadrà in prescrizione il prossimo mese. Per quanto riguarda la giustizia sportiva, invece, è stato chiesto il deferimento di Garrone, Marotta e, per responsabilità diretta e oggettiva, della società Sampdoria. Kalù è attualmente nella rosa attaccanti della squadra blucerchiata a disposizione di Mazzarri, mentre Antonini milita nell'Empoli dopo essere transitato per Siena. "Difenderò non solo il mio nome - conclude Garrone - ma anche quello di mio padre, che in tanti anni di lavoro ha portato l'azienda Erg ad essere una delle più importanti e rispettate del settore". Per quanto riguarda il deferimento, Garrone ha commentato: "Non entro nel merito del procedimento in corso, ma mi viene da sorridere perchè è una minestrina riscaldata". (ANSA)

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