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Fnsi 31 Mar 2004

Attentato di Genova, Procura e polizia violano posta e diritto di cronaca: Protestano l’Associazione stampa, Fnsi, Ordine e Cronisti liguri

Attentato di Genova, Procura e polizia violano posta e diritto di cronaca: Protestano l’Associazione stampa, Fnsi, Ordine e Cronisti liguri

Attentato di Genova, Procura e polizia violano posta e diritto di cronaca: Protestano l’Associazione stampa, Fnsi, Ordine e Cronisti liguri

Le redazioni e la posta destinata ai giornali è finita sotto controllo preventivo. A Genova, dopo che la redazione di un giornale (il Corriere Mercantile) era finita sotto sequestro per ore per avere pubblicato una notizia “non autorizzata”, adesso si procede al controllo preventivo della posta destinata ai giornali. Questa volta è toccato al Secolo XIX destinatario della rivendicazione dell’attentato alla polizia, firmato dal gruppo terrorista 20 luglio. La missiva è stata bloccata prima ancora che venisse smistata e la Questura, nel confermare la notizia, ha riferito di una autorizzazione della magistratura genovese, particolare quest’ultimo poi smentito da una fonte della Procura stessa. Un episodio gravissimo, a fronte dell’impegno di una categoria che ha pagato prezzi altissimi nella difesa della legalità, contro il terrorismo e la violenza di ogni colore e che ha dimostrato sulle vicende del 2001 di non tirarsi indietro, nella denuncia giornalistica e in quella giudiziaria sui fatti del G8, contro tutti i tipi di violenza, compresa la costituzione in giudizio contro tutti gli autori di violenze. Nessun giornale e nessun giornalista ha mai negato agli inquirenti la copia delle rivendicazioni. Da oggi però dobbiamo prendere atto che l’inviolabilità della posta e delle fonti del lavoro giornalistico non esistono più. Quantomeno a Genova. Marcello Zinola Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti Attilio Lugli Presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria Marco Menduni Presidente Gruppo cronisti liguri ''Giudico di gravità inaudita l'iniziativa delle forze di polizia che a Genova hanno sequestrato la posta indirizzata al quotidiano 'Il Secolo XIX' nell'ufficio di smistamento postale. Non era mai accaduto, a mia memoria, che i messaggi indirizzati a singoli giornalisti oppure ad un giornale fossero sequestrati con la motivazione della possibilità di intercettare presunte rivendicazioni di attentati''. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, riferendosi alla rivendicazione dell'attento di Genova al vaglio degli inquirenti. ''Si tratta di una grave violazione della privacy e della libertà di informazione, tanto più grave se venisse confermato che l'iniziativa delle forze di polizia è avvenuta senza il consenso della magistratura. Ritengo urgente -conclude Serventi Longhi- un chiarimento del ministro dell'Interno Pisanu e un pronunciamento del presidente dell'Autorità di garanzia per la riservatezza dei dati personali, professor Rodotà''. (ADNKRONOS) La direzione del 'Secolo XIX', intervenendo in una nota sulla vicenda del sequestro da parte dell'autorità giudiziaria della lettera di rivendicazione dell'attentato contro il commissariato di Genova-Sturla, sottolinea che ''non e'mai stata informata dell'avvenuto sequestro di corrispondenza ad essa indirizzata. Ritiene, al di là della legittimità a norma di legge di questa procedura da parte di magistratura e polizia, inusuale quanto accadito. Ritiene che sia stato leso il diritto ad informare immediatamente i lettori di un fatto di cronaca''. La direzione del 'Secolo XIX' ha ''chiesto formalmente all'autorità giudiziaria e di polizia di avere la disponibilità immediata della propria corrispondenza''. (ADNKRONOS) L’Associazione stampa umbra esprime preoccupazione per l’iniziativa della polizia genovese di sequestrare la corrispondenza inviata al Secolo XIX nell’ambito delle indagini sulla rivendicazione dell’attentato terroristico che c’è stato nel capoluogo ligure. L’Asu ribadisce il massimo rispetto per l’operato degli inquirenti e per questo non intende entrare nel merito del provvedimento. Sottolinea però la necessità di assicurare a tutti gli organi d’informazione il libero esercizio di cronaca. Per l’Associazione stampa umbra questo rappresenta infatti uno dei cardini imprescindibili del sistema democratico.

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