Il sottosegretario Alberto Barachini ha convocato oggi, martedì 9 dicembre 2025, il tavolo sull'equo compenso per i giornalisti presso il Dipartimento per l'Informazione e l'editoria con i rappresentanti del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del ministero delle Imprese e del made in Italy, dell'Ordine nazionale dei giornalisti, della Federazione nazionale della Stampa italiana, dell'Inpgi e della Fieg. «Un'iniziativa annunciata a suo tempo dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni», recita una nota del Die.
«Valutando positivamente la novità rappresentata dal disegno di legge recante 'Delega al Governo per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali' - ha detto Barachini - oggi abbiamo ascoltato i rappresentanti designati a partecipare al tavolo per valutare la possibilità di armonizzare i diversi contributi in tale veicolo normativo, auspicando un iter rapido».
All'incontro erano presenti per la Federazione nazionale della Stampa italiana la segretaria generale Alessandra Costante e il segretario aggiunto e presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo, Claudio Silvestri.
«La Fnsi ringrazia il Die per aver convocato il tavolo. La posizione del sindacato - rilevano Costante e Silvestri - è che si debba ripartire dalla sentenza 1076 del 2016 con cui il Consiglio di Stato non solo ha confermato l'annullamento della delibera del 2014 sull'equo compenso, ma ha stabilito che 'per equo compenso si intende la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione, nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione nazionale della categoria per i giornalisti titolari di un lavoro subordinato'».
«Riteniamo - proseguono Costante e Silvestri - che non si possa derogare a questa sentenza. Tutt'al più della delibera del 2014 va recuperata la parte riguardante le sanzioni a carico degli editori che non rispettano l'equo compenso. In questi anni gli editori, sfruttando i lavoratori autonomi e parasubordinati, hanno fatto dumping salariale nei confronti dei lavoratori dipendenti e svuotato le redazioni a colpi di prepensionamenti. La legge istitutiva del tavolo del Die, la 233 del 2012, è una legge speciale di fronte alla quale qualsiasi altra legge e decreto legislativo, compreso il disegno di legge sul riordino delle professioni ordinistiche (4 settembre 2025), sono cedevoli».
Di conseguenza la Fnsi «reputa che il riconvocato tavolo, di cui ancora una volta si ringrazia il Die, debba proseguire autonomamente nella propria attività, anche perché, auspichiamo, più veloce e concreto. Anche oggi gli editori hanno parlato di crisi dei ricavi e aumento dei costi, ma la Federazione della Stampa continua a ripetere che più dei finanziamenti a pioggia sia necessario un bonus informazione per favorire il ritorno dei ricavi». (mf)