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Giornalisti 03 Feb 2014

Butturini, per il dialogo serve un osservatorio della stampa

Occorre istituire un ''osservatorio composto da vari organi di informazione per favorire e far crescere, con dinamiche positive e attraverso la stampa, il dialogo interreligioso in Italia''. È la proposta che Paolo Butturini, segretario dell'Associazione stampa romana, ha lanciato oggi durante un incontro su ''Informazione e memoria per un nuovo dialogo interreligioso''.

Occorre istituire un ''osservatorio composto da vari organi di informazione per favorire e far crescere, con dinamiche positive e attraverso la stampa, il dialogo interreligioso in Italia''. È la proposta che Paolo Butturini, segretario dell'Associazione stampa romana, ha lanciato oggi durante un incontro su ''Informazione e memoria per un nuovo dialogo interreligioso''.

''Tra i giornalisti, oltre a un problema di competenza sulle religioni, c'è anche un problema di pratica: mancano i viaggi e le interviste per conoscere l'altro'', ha osservato il presidente dell'Unione cattolica stampa italiana, Andrea Melodia. ''I giornalisti dovrebbero aiutare a favorire il dialogo''.
''Una volta presa coscienza della storia, difficile e dolorosa, l'unica strada'' per il dialogo è ''quella della conoscenza - ha affermato il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian - c'è da fare molto da parte cattolica, ma c'è più lavoro, a livello di conoscenza, da parte degli ebrei. Dalla conoscenza si passa all'amicizia''.
Per quanto riguarda ''il clima preoccupante che riguarda delle minoranze infime, è bene - ha aggiunto - che non sia tollerato e che si operi insieme per far fronte a degenerazioni dell'umanità. Per chi lavora nei media la responsabilità è enorme''.
Secondo Guido Vitale, direttore del giornale 'Pagine Ebraiche', ''molti colleghi si accostano al tema del dialogo con la cultura dello 'state buoni se potete', ma il dialogo oggi può essere qualcosa di più complesso e ambizioso, è la valorizzazione della differenza. Bisogna affermare che la nostra società, se vuole crescere, deve essere una somma di differenze. Non basta sopportarsi civilmente''.
''Negli organi di informazione - ha concluso il giornalista Mostafa El Ayoubi - si da poco spazio al pluralismo religioso, perché c'è poca consapevolezza del cambiamento multiculturale in Italia. Nei confronti della realtà islamica c'è poi spesso un approccio negativo: si cerca di dimostrare che è poco aperta al dialogo, alimentando mal informazione e pregiudizio. I media dovrebbero assumere un ruolo di ponte e mediazione tra religioni e società''.  (ROMA, 3 FEBBRAIO - ANSA)

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