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Hatice Cengiz negli studi di Radio3Rai (Foto: @Radio3tweet)
Internazionale 16 Dic 2019

Caso Khashoggi, la fidanzata del giornalista in Italia. Giulietti: «Vicenda che ci riguarda tutti»

Hatice Cengiz è a Roma per chiedere l'impegno dell'Occidente ad ottenere verità  e giustizia per il corrispondente del Washington Post ucciso a Istanbul il 2 ottobre 2018. Con lei, ad una iniziativa organizzata al liceo Visconti, anche il presidente della Fnsi, che chiede alla Rai «di tenere accesi i riflettori mediatici sull'Arabia Saudita per denunciare le violazioni dei diritti umani in quel Paese».

Hatice Cengiz, fidanzata di Jamal Khashoggi, è in Italia in questi giorni per rilanciare la richiesta di verità e giustizia per il giornalista saudita del Washington Post ucciso nel consolato di Istanbul il 2 ottobre 2018. «Sono stata invitata qui a Roma a parlare al Senato e voglio spiegare che la risposta che c'è stata al suo assassinio non è sufficiente. Parlerò per cercare di ottenere una reazione più seria nei confronti del Regno saudita, se ci riesco. Siamo nella culla dell'Impero romano, ma la reazione degli eredi di quell'impero non è adeguata, è imbarazzante», ha detto la donna alla stampa italiana lunedì 16 dicembre.

«Voglio solo che venga fatta giustizia per Jamal Khashoggi e che quello che è successo a lui non avvenga mai più. Spero che Italia, Europa e Stati Uniti prendano una posizione netta», ha poi spiegato intervenendo ai microfoni di Radio3Mondo. Mentre, nel pomeriggio, Cengiz è stata protagonista dell'incontro 'Diritti, informazione, democrazia', organizzato nell'aula magna del liceo classico Visconti dal CeSPI e dall'associazione 'Non c'è pace senza giustizia'.

«Quella di Jamal Khashoggi è una vicenda che ci riguarda tutti», ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, partecipando all'iniziativa. «L'auspicio – ha proseguito – è che la Lega Calcio, la Juventus e la Lazio diano ascolto all'appello lanciato da Usigrai e Amnesty International Italia, che hanno chiesto di non giocare in Arabia Saudita la finale di Supercoppa italiana. O almeno che la Rai trovi il modo di ricordare Jamal Khashoggi e di tenere accesi i riflettori mediatici sull'Arabia Saudita per denunciare le violazioni dei diritti umani in quel Paese».

Dopo la mobilitazione di inizio 2019 contro la decisione di giocare a Gedda la finale tra Juventus e Milan, a settembre Usigrai e Amnesty International Italia avevano scritto ai due club finalisti di quest'edizione chiedendo di non disputare la gara in programma a Riad il 22 dicembre prossimo. Richiesta su cui, in queste ore, il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, è tornato commentando sui social: «In questi giorni la compagna di Khashoggi è in Italia per chiedere verità. Chi le esprimerà vicinanza, se ne ricorderà quando farà giocare la Supercoppa?».

@fnsisocial

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