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Internazionale 25 Mag 2006

Dipartimento Difesa Usa, “non pagate più i reporter iracheni”

Un’inchiesta del Dipartimento della Difesa statunitense sui pagamenti emessi dal Pentagono per la propaganda in Iraq giunge alla conclusione che “pagare giornalisti iracheni per produrre storie positive potrebbe danneggiare la credibilità americana”.

Un’inchiesta del Dipartimento della Difesa statunitense sui pagamenti emessi dal Pentagono per la propaganda in Iraq giunge alla conclusione che “pagare giornalisti iracheni per produrre storie positive potrebbe danneggiare la credibilità americana”.

Il rapporto consiglia dunque di “mettere fine alla pratica dei pagamenti militari ai giornalisti di Baghdad”. L’indagine, ordinata dopo la scoperta lo scorso novembre di pagamenti in cambio di articoli compiacenti nei confronti dell’azione militare in Iraq, afferma che la pratica di pagare professionisti dell’informazione “è una minaccia al concetto di libera stampa”. Non è chiaro se le raccomandazioni contenute nel rapporto avranno effetto immediato: molti esponenti del Pentagono continuano ad affermare che la pratica è ancora diffusa in Iraq e che rientra nelle azioni “particolari” che si possono adottare in zone di crisi. Dopo tutto, l’inchiesta non giunge alla conclusione che gli Usa abbiano violato le regole militari, pur essendo critica nei confronti dei pagamenti. La parte più interessante dell’indagine riguarda la creazione, nel 2004, di un ente chiamato “Baghdad Press Club”, all’interno del quale i giornalisti iracheni venivano pagati per realizzare articoli che evidenziassero gli sforzi americani per la ricostruzione (ad esempio: l’apertura di scuole). Sono numerosi - sottolinea il New York Times - i membri del Pentagono che difendono la bontà di questa pratica, definendo “giustificato il ricorso alle pressioni, anche forti, sui mezzi di comunicazione al fine di condizionare l’opinione pubblica in situazioni delicate come quella irachena”. (Astro9colonne)

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