Con gli over the top (le imprese che forniscono, attraverso Internet, servizi, contenuti informativi, video e applicazioni) c'è «un tema di concorrenza non perfettamente leale. Una sentenza della Corte Costituzionale americana ha stabilito che gli over the top non sono editori ma distributori di contenuto. Questo ha generato una ricaduta molto pesante sul tema del confronto tra editoria tradizionale e over the top perché in realtà sono considerati distributori di contenuti e quindi non hanno le stesse responsabilità etiche, a parte le stesse responsabilità fiscali, non hanno le stesse regole deontologiche, non hanno gli stessi codici». Così il sottosegretario all'Editoria, Alberto Barachini, intervenendo mercoledì 8 ottobre 2025 al convegno 'L'evoluzione dei media d'informazione' organizzato da Il Sole 24 Ore a Roma in occasione dei 160 anni.
«Noi chiediamo un grande sforzo agli editori per l'applicazione di un codice etico», ha aggiunto, rilevando che viviamo in un periodo in cui «la distribuzione conta più di chi produce un contenuto» e ricordando «un adagio nel giornalismo: ci vogliono 10 anni per costruire una reputazione, un minuto per perderla. Io credo che siamo di fronte a un'era molto delicata che è quella del verosimile, della somiglianza al vero».
Barachini ha quindi riportato dati recenti secondo cui «soltanto 8 utenti su 100 superano la preview dell'intelligenza artificiale, vanno alla ricerca delle fonti» ma «si fermano alla sintesi. Ci si accontenta di quattro righe su ogni cosa. Quattro righe che però non sono generate da un contenuto certificato, sono sostanzialmente un rimpasto di materiale, di contenuto trovato online. Questa è l'era della distribuzione che conta di più di chi produce un contenuto ed è ovviamente pericoloso».
E, d'altra parte, sempre i dati dicono che «dove cresce la ricerca di informazioni sui social, decresce la ricerca di informazioni sui siti degli editori, questo vuol dire che si va verso una pillola di informazione, spesso una pillola neanche sempre attendibile e si viaggia sempre meno verso l'informazione attendibile».
Il sottosegretario ha proseguito rivendicando che «abbiamo lavorato molto sul tema dell'intelligenza artificiale» e, citando il lavoro della commissione presieduta da padre Benanti, ha osservato che «il primo punto era la difesa del copyright, perché se noi non difendiamo il diritto d'autore, che è la base della piramide economica dell'editoria, già questo impoverisce tutto il sistema».
Fra gli argomenti affrontati anche le iniziative per le edicole, che rappresentano «un contrasto alla desertificazione del rapporto fra cittadini e notizie», la riforma del sostegno alle agenzie di stampa, le misure per «l'assunzione di giovani professionisti under 36 con competenze digitali, stiamo cercando di aggiornare anche le norme». Nel quadro di una partita complessiva che, secondo Barachini, è europea. «Ho apprezzato il rilancio della presidente Von der Leyen sull'esigenza di un sostegno europeo e abbiamo forse mancato in passato occasioni di confronto in Ue sul tema dell'informazione. Ora - ha concluso - l'Europa, grazie alle norme, grazie al suo peso, faccia valere questo terreno democratico anche nei confronti di realtà internazionali». (mf)