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Fnsi 17 Giu 2002

Federazione Europea dei Giornalisti su conflitto di interessi in Italia

Federazione Europea dei Giornalisti su conflitto di interessiin Italia

Federazione Europea dei Giornalisti
su conflitto di interessi
in Italia

L’unione Europea risponde alle richieste della EFJ/IFJ sul sistema radiotelevisivo in Italia. “Dopo quattro mesi la Commissione Europea ha finalmente risposto alle proteste della Efj che, con una lettera indirizzata al Presidente Romano Prodi il 28 gennaio scorso, segnalava la situazione del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. La Efj/Ifj ha chiesto alla Commissione di far proprie “le lamentele sulla continua e inaccettabile situazione del Conflitto di interessi esistente in Italia che coinvolge il Primo Ministro del Paese, Silvio Berlusconi.” La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: "L’assemblea annuale della Federazione Europea dei Giornalisti, i cui lavori si sono conclusi a Bruxelles ed alla quale ha partecipato il Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha approvato un ordine del giorno sui temi della globalizzazione dei media, dei servizi pubblici e delle scelte politiche di alcuni governi europei. Nel documento si sottolinea che "è incerto l’avvenire del modello sociale europeo" perché "gli attacchi contro i valori sociali si sono accentuati da parte dei dirigenti delle aziende, dei burocrati del commercio e di una élite politica che pretendono la flessibilità totale del lavoro e la privatizzazione dei servizi pubblici radiotelevisivi. Mentre si registra – dice la mozione conclusiva dell’assemblea europea dei giornalisti – " un aumento della concentrazione in tutti i media" si intensifica il conflitto sociale: "in Italia – dice la FEJ – dove il Sindacato dei Giornalisti non è affiliato alle Confederazioni nazionali, è significativo che la Fnsi abbia assunto un ruolo preponderante nell’azione rivendicativa condotta dai lavoratori dei media, che ha portato ad uno sciopero quasi totale in occasione dello sciopero generale del 16 aprile. Questa azione si oppone – prosegue la mozione – ai progetti del Governo di Silvio Berlusconi destinati a realizzare una riforma antisindacale in profondità e potenzialmente catastrofica per quanto riguarda il mondo del lavoro. Sempre in Italia, la controversia sul controllo politico del sistema radiotelevisivo e circa il futuro della televisione pubblica, la Rai, sono diventati elementi di inquietudine sul piano europeo". Nell’ordine del giorno si sottolinea la necessità di contrastare la decisione di privatizzare reti pubbliche in Danimarca, Portogallo e si rileva l’esigenza di sostenere gli impegni dei sindacati a livello Europeo che sarà al centro degli scioperi in Spagna, con la manifestazione del 21 giugno a Siviglia, e in molti altri Paesi. La mozione conclude annunciando una grande manifestazione di giornalisti a Bruxelles contro le politiche di alcuni Governi e del sistema delle imprese e per rivendicare misure urgenti delle istituzioni dell’Unione Europea in favore del pluralismo, dell’indipendenza editoriale e dei diritti sindacali, tra i quali si ribadisce con forza il ruolo della contrattazione collettiva, nazionale ed integrativa aziendale di tutti i giornalisti europei. Il Segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha sottolineato che "sarebbe inconcepibile se la nuova costituzione Europea non avesse, già nell’articolo 1, riferimenti alla libertà di informazione che rappresenta uno dei cardini dell’Europa democratica. Serventi ha sottolineato che la situazione italiana è particolarmente grave sia sul fronte dei diritti sociali sia sulla libertà della comunicazione, anche perché - ha detto – il problema del conflitto di interessi del Presidente del Consiglio non può essere risolto da una proposta di legge del Governo italiano che, nella sostanza, consente a Berlusconi di essere contemporaneamente Presidente del Consiglio e proprietario e maggiore azionista del più grande network privato. Serventi ha anche affermato che la riduzione della competitività del servizio pubblico radiotelevisivo, i rischi di una concentrazione di interessi nella pubblicità e nella serietà del calcolo dell’audience televisivo determinano una situazione che richiede il massimo dell’attenzione anche a livello internazionale."

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