Sono 111, di cui 7 donne, i giornalisti e professionisti dei media uccisi nel 2025 secondo i dati del rapporto annuale curato dalla Federazione internazionale dei giornalisti e reso pubblico in occasione della Giornata dei diritti umani, il 10 dicembre. I risultati dello studio evidenziano «un altro anno altamente letale per reporter e operatori dei media, con il 46% dei decessi avvenuti a Gaza, in Palestina», evidenzia la Ifj sul proprio sito web.
«Con 69 giornalisti uccisi, di cui 51 in Palestina, la regione del Medio Oriente e del Mondo Arabo ha registrato il 62% di tutti i professionisti dell'informazione uccisi nel mondo - prosegue il sindacato internazionale - Lo Yemen si classifica al secondo posto con 13 morti, seguito dall'Ucraina con otto. Il Sudan ha riportato sei morti, l'India quattro e diversi altri Paesi, tra cui Filippine, Messico, Perù e Pakistan, hanno perso tre giornalisti ciascuno».
Cifre che «evidenziano la concentrazione del pericolo nelle zone di conflitto, sottolineando al contempo la necessità di rafforzare la protezione dei reporter e di assicurare alla giustizia coloro che uccidono i giornalisti», incalza la Ifj.
La Federazione ha anche pubblicato l'elenco dei 533 giornalisti in carcere, con la Cina che si distingue come «il più grande carceriere al mondo per chi fa informazione».
Nel 2024, la Ifj ha documentato 122 decessi, tra cui 14 donne, e 516 giornalisti incarcerati. Dal 1990 e dal lancio della sua lista annuale dei morti, il sindacato mondiale ha registrato 3.156 decessi in tutto il mondo, con una media di oltre 90 decessi all'anno, e 859 negli ultimi dieci anni.
Per la presidente Ifj Dominique Pradalié, «le uccisioni e incarcerazioni di giornalisti sono in aumento nel 2025 ed è vergognoso vedere quanto poco i governi di tutto il mondo stiano facendo per proteggerli o per sostenere i principi fondamentali della libertà di stampa».
Al contrario, «stiamo assistendo ad attacchi diretti, palesi tentativi di mettere a tacere le voci critiche e di controllare la narrazione su questioni di interesse pubblico. È da tempo giunto il momento di adottare uno strumento internazionale per la sicurezza e la protezione dei reporter. Esortiamo pertanto tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a procedere senza indugio verso questo obiettivo. Oggi più che mai - conclude Pradalié - le persone, ovunque nel mondo, meritano pieno accesso all'informazione e i giornalisti devono essere protetti da qualsiasi tentativo di metterli a tacere». (mf)
PER APPROFONDIRE
L'elenco degli operatori dei media uccisi nel 2025 predisposto dalla Ifj è disponibile a questo link.