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Fnsi 29 Mar 2004

La 7, il Cdr conferma lo sciopero per oggi con l'astensione delle prestazioni in audio e video dei giornalisti Fnsi e Asr denunciano la serrata dell'azienda La solidarietà di Usigrai e Art. 21

La 7, il Cdr confermalo sciopero per oggicon l'astensionedelle prestazioniin audio e videodei giornalistiFnsi e Asr denuncianola serrata dell'aziendaLa solidarietàdi Usigrai e Art. 21

La 7, il Cdr conferma
lo sciopero per oggi
con l'astensione
delle prestazioni
in audio e video
dei giornalisti
Fnsi e Asr denunciano
la serrata dell'azienda
La solidarietà
di Usigrai e Art. 21

“La Federazione nazionale della Stampa e l’Associazione della Stampa romana denunciano il grave comportamento dei dirigenti de “La 7” che hanno impedito l’attuazione dello sciopero dei giornalisti nella forma dell’astensione dalle prestazioni in audio e in video. Si è trattato di una vera e propria serrata aziendale con l’obiettivo di trasformare uno sciopero audio-video in un black out che, di fatto, ha come conseguenza l’interruzione dell’informazione delle testate de “La 7”. Peraltro, l’azienda non ha accolto la richiesta di confronto rivolta dal Sindacato dei giornalisti sulla vertenza relativa alla decisione editoriale di tagliare in maniera pressoché totale l’informazione sportiva. Una decisione che contrasta con le reiterate dichiarazioni de “La 7” circa il mantenimento, se non il rafforzamento, dell’informazione nei palinsesti dell’emittente televisiva. La Fnsi e l’Asr, al di là della giusta protesta dei colleghi, respingono il tentativo di abrogare una forma di lotta dei giornalisti da sempre attuata in tutte le aziende dell’emittenza radiotelevisiva nazionale. La Fnsi e l’Asr si riservano ogni azione in tutte le sedi per difendere i diritti del Sindacato e dei giornalisti radiotelevisivi da sempre rispettosi delle leggi e dell’interesse dei cittadini ad essere correttamente informati. Il Sindacato dei giornalisti esprime convinta solidarietà ai colleghi de “La 7” che hanno deciso forti iniziative di lotta per tutelare tutti gli spazi informativi di una emittente fortemente impegnata in un mercato sempre meno pluralista.” Il Comitato di redazione de “La7” comunica: “Anche in relazione all’odierno comunicato diffuso dalla Fnsi e dall’Asr, il Cdr de “La 7” conferma per domani 30 marzo lo sciopero dei giornalisti già proclamato sabato scorso, 27 marzo, con la modalità dell’astensione dalle prestazioni in audio e in video. Le modalità dello sciopero, quindi, al pari di quanto stabilito per l’odierna giornata, sono quelle già comunicate all’azienda con nota del 28 marzo”. Solidarieta' ai giornalisti de La 7, ai quali e' stato impedito oggi di attuare lo sciopero nella forma audio-video, e' espressa dall'esecutivo Usigrai e da Art.21. ''I giornalisti della Rai - afferma l'Usigrai - esprimono forte solidarieta' ai colleghi de 'La 7', costretti a contrastare il proposito dell'editore di modificare unilateralmente ed immotivatamente le forme di protesta messe in atto dalla redazione''. La decisione del Cdr di confermare per domani l'astensione dalle prestazioni audio-video ''dice -sostiene il sindacato dei giornalisti Rai - che i giornalisti hanno a cuore ben piu' dell'editore il diritto dei cittadini ad essere informati anche nei giorni della protesta''. L'agitazione dei redattori de La 7 ''merita piena solidarieta' - continua l'Usigrai - anche perche' mira ad evitare un contenimento degli spazi informativi in un sistema che ha invece bisogno di aumentare il numero e l'intensita' delle voci'. Solidarieta' e' espressa anche da Articolo 21 ''per la scelta sbagliata con cui la dirigenza avrebbe voluto negare loro il sacrosanto diritto allo sciopero''. L'auspicio dell'associazione e' che ''i vertici dell'azienda non solo riconoscano che questo e' un diritto inalienabile di ogni lavoratore ma che ritornino sulle decisioni di tagliare le trasmissioni sportive della Tv''. Il fatto e' grave, prosegue Art.21, ''e lo sarebbe ancor di piu' poiche' giunge proprio in una fase in cui gli ascolti dell'emittente sono in crescita''. I tagli ''sembrerebbero - conclude l'associazione - quasi una scelta di arrendevolezza e sarebbe sbagliato solo far pensare a qualcuno che la stessa possa essere motivata dalla volonta' di non disturbare il grande manovratore mediatico''. (ANSA).

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