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Fnsi 24 Ott 2004

L'editore Nicola Grauso è stato condannato a due anni di reclusione per intercettazioni ai danni di politici e giornalisti. Grauso replica: "Mi hanno attribuito fatti non veri"

L'editore Nicola Grauso è stato condannato a due anni di reclusione per intercettazioni ai danni di politici e giornalisti. Grauso replica: "Mi hanno attribuito fatti non veri"

L'editore Nicola Grauso è stato condannato a due anni di reclusione per intercettazioni ai danni di politici e giornalisti. Grauso replica: "Mi hanno attribuito fatti non veri"

L'editore Nicola Grauso è stato condannato a due anni di reclusione dal Tribunale di Cagliari che lo ha giudicato responsabile, in concorso, dell'installazione di apparecchiature idonee a compiere intercettazioni telefoniche. Il pubblico ministero aveva sollecitato una condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Secondo la ricostruzione dell'accusa, grazie a una centrale di ascolto clandestina sistemata in una palazzina adiacente alla sede del quotidiano L'Unione Sarda, del quale allora Grauso era editore, vi sarebbe stata la possibilità di effettuare intercettazioni telefoniche ai danni di politici e giornalisti. Nel giugno del 2001, per la stessa vicenda, erano stati condannati a 12 mesi di reclusione dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Cagliari il giornalista Claudio Cugusi e il tecnico elettronico Giovanni Busia. In sede di udienza preliminare, Cugusi si era difeso sostenendo che l'installazione delle apparecchiature elettroniche - che secondo l'accusa sarebbero servite ad effettuare le intercettazioni telefoniche - era finalizzata unicamente alla bonifica delle utenze e dell'abitazione dell'editore Nicola Grauso, bonifica effettuata dal tecnico Giovanni Busia. Al termine del processo Grauso ha diffuso una nota nella quale sostiene che i fatti attribuitigli «non sono assolutamente veri». «Non appartengono al mio stile di vita ed alla mia storia. La sentenza contrasta con tutti i fatti chiaramente emersi nel corso del processo. Le migliaia di persone che mi conoscono - ha concluso l'editore - spontaneamente si faranno portatori di questa verità in ogni angolo della Sardegna». (ANSA).

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