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Internazionale 02 Giu 2005

Libano, ucciso un giornalista "scomodo": Samir Kassir era contro il regime siriano. Damasco respinge le accuse

Un nuovo attentato, che ha avuto per bersaglio un giornalista scomodo, ha fatto riprecipitare oggi il Libano nel clima di paura e di rabbia di quattro mesi fa, quando era stato ucciso l'ex premier Rafik Hariri, ma l' esplosione nel cuore cristiano di Beirut e' stata questa volta un oscuro messaggio nel pieno della battaglia elettorale per le legislative avviata solo quattro giorni fa.

Un nuovo attentato, che ha avuto per bersaglio un giornalista scomodo, ha fatto riprecipitare oggi il Libano nel clima di paura e di rabbia di quattro mesi fa, quando era stato ucciso l'ex premier Rafik Hariri, ma l' esplosione nel cuore cristiano di Beirut e' stata questa volta un oscuro messaggio nel pieno della battaglia elettorale per le legislative avviata solo quattro giorni fa.

Un nuovo attentato, che ha avuto per bersaglio un giornalista scomodo, ha fatto riprecipitare oggi il Libano nel clima di paura e di rabbia di quattro mesi fa, quando era stato ucciso l'ex premier Rafik Hariri, ma l' esplosione nel cuore cristiano di Beirut e' stata questa volta un oscuro messaggio nel pieno della battaglia elettorale per le legislative avviata solo quattro giorni fa. Una sfida che l'opposizione - raccolta attorno a Saad Hariri, secondogenito dello scomparso ex premier, e al leader druso Walid Jumblatt - ha subito rilanciato, mettendo sott'accusa il contestato presidente Emile Lahoud assieme ai servizi di sicurezza libanesi e a quelli siriani, che solo il 26 aprile hanno ufficialmente posto fine alla loro pervasiva presenza in Libano, nel quadro del ritiro delle truppe di Damasco. Samir Kassir, editorialista di punta del quotidiano indipendente An-Nahar e critico inflessibile del regime al potere in Siria e dei 29 anni di soffocante tutela di Damasco sul Libano, e' stato ucciso stamani sotto la sua abitazione nel quartiere di Achrafiyeh, nella zona est di Beirut. Giornalista e apprezzato storico, Kassir (45 anni) era appena salito a bordo della sua Alfa Romeo bianca per recarsi al lavoro nella redazione di An-Nahar nella Piazza dei Martiri, ma quando ha girato la chiave dell'accensione e' stato ucciso sul colpo nell'esplosione, che ha ridotto l'auto a un ammasso di lamiere. Secondo una prima ricostruzione, la bomba era stata piazzata sotto il sedile del guidatore e la meta' inferiore e' stata troncata di netto dal resto del corpo di Kassir, mentre nella zona - dove e' situato il grande centro commerciale Abc e che e' stata subito isolata da poliziotti e soldati libanesi - si scatenava il panico. In un primo momento, si e' pensato che nell'attentato fosse rimasta coinvolta anche la moglie di Kassir, Giselle Khouri, anche lei giornalista e noto volto della Tv satellitare araba Al-Arabiya, ma si e' poi accertato che la donna si trova all' estero e che nell'esplosione e' invece rimasta ferita una passante, ora ricoverata in gravi condizioni in ospedale. L'attentato costato la vita al giornalista di An-Nahar e' stato immediatamente condannato dal premier Najib Miqati, che lo ha bollato come un crimine ''contro la sicurezza e la liberta' d'espressione''. Con la stessa rapidita', l'opposizione ha pero' messo sott'accusa il presidente Emile Lahoud, fino a poche settimane fa apertamente appoggiato dalla Siria e che Jumblatt ha definito senza mezzi termini ''la testa del serpente''. Come gia' aveva fatto dopo l'attentato del lunedi' di San Valentino in cui era stato ucciso l'ex premier Hariri, il leader druso ha accusato per l'uccisione di Kassir i ''servizi di sicurezza guidati da Lahoud'' e ha rinnovato la richiesta di destituzione del presidente libanese. Impostosi come incontrastato vincitore al primo turno delle i legislative di domenica a Beirut, Saad Hariri, il secondogenito dello scomparso ex premier, ha dal canto suo denunciato il ''regime criminale di polizia'' che, ha detto, ''sta ancora sfidando la volonta' dei libanesi e quella della comunita' internazionale''. Un chiaro riferimento alla commissione d'inchiesta Onu che ha appena avviato le sue indagini a Beirut per fare luce sull'uccisione del padre. ''Questo crimine e' contro l'opposizione antisiriana. In Libano non deve rimanere piu' neanche un agente segreto siriano'', ha rincarato la dose Jibran Tueini, editore del quotidiano per cui lavorava Kassir e appena eletto al Parlamento nella lista capeggiata dal giovane Hariri proprio nel collegio di Achrafiyeh, il quartiere nel cuore cristiano di Beirut teatro dell'attentato costato la vita al suo giornalista. Ma alle pesanti accuse dell'opposizione, che si e' riunita per decidere eventuali proteste di piazza nonostante la campagna elettorale, il presidente libanese Lahoud ha replicato in serata, chiedendo al giudice tedesco Detlev Mehlis, capo della commissione d'inchiesta Onu sull'uccisione dell'ex premier Hariri, di seguire anche le indagini sull'assassinio del giornalista di An-Nahar. (ANSA) La Siria ha seccamente definito come prive di fondamento le accuse che le sono state rivolte di essere dietro all'uccisione oggi a Beirut del giornalista Samir Kassir e ha ribadito di non essere intenzionata ad inteferire negli affari dei Paesi vicini. ''Una fonte del ministero dell'informazione ha fortemente criticato la fretta con cui alcuni esponenti politici e media libanesi hanno accusato come al solito la Siria di essere dietro all'attenato (in cui ha perso la vita Kassir), solo pochi minuti dopo che era accaduto'', ha scritto l'agenzia ufficiale siriana Sana citando un comunicato in cui si afferma anche che ''questo prova il loro preconcetto atteggiamento antisiriano''. ''Tali accuse - si afferma ancora nel comunicato - erano attese e coloro che le hanno diffuse svolgono un ruolo nella campagna antisiriana e danno il loro contributo politico e mediatico alle pressioni sul nostro Paese per placare i nemci della Siria, del Libano e degli arabi''. ''La Siria, come dimostra il completo ritiro dei suoi soldati dal Libano al termine della sua missione di pace in tale Paese, sottolinea ancora una volta che non interferisce negli affari interni libanesi e spera che gli altri seguano la stessa strada, lasciando il popolo del Libano scegliere'' il prorpio desitino, afferma ancora il comunicato. (ANSA)

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