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Minacce 22 Ott 2015

Minacce a Borrometi, perquisizioni e due denunce. Il commento dell'Unci

Individuati e denunciati i due autori delle minacce di morte al giornalista Paolo Borrometi. “Adesso la Giustizia farà il suo corso ma è un segnale importantissimo: denunciare conviene. Si va avanti, insieme!”, scrive sul suo profilo Facebook il giornalista per ringraziare la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e la Polizia di Ragusa. Intanto il 14 novembre a Roma è in programma una manifestazione di solidarietà al collega promossa dal movimento delle Agende Rosse.

Individuati e denunciati i due autori delle minacce di morte al giornalista Paolo Borrometi. “Adesso la Giustizia farà il suo corso ma è un segnale importantissimo: denunciare conviene. Si va avanti, insieme!”, scrive sul suo profilo Facebook il giornalista per ringraziare la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e la Polizia di Ragusa. Intanto il 14 novembre a Roma è in programma una manifestazione di solidarietà al collega promossa dal movimento delle Agende Rosse.

La Squadra mobile di Ragusa ha individuato i due autori delle ultime minacce di morte rivolte al direttore del sito di informazione online 'La Spia' e collaboratore dell'Agi Paolo Borrometi. Come disposto dalla procura distrettuale antimafia di Catania, dopo aver sorpreso gli indagati con il profilo aperto ancora sul sito del quotidiano online, gli agenti hanno perquisito e sequestrato computer e materiale informatico, hard disk e smartphone, il cui contenuto è ora al vaglio degli inquirenti.
L’operazione è stata eseguita in collaborazione con la Polizia postale di Catania. Davanti all'evidenza dei fatti, i due hanno ammesso le loro responsabilità.
L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo etneo ha confermato dunque che le minacce di morte rivolte al giornalista provengono dagli ambienti della criminalità organizzata e hanno modalità mafiose.
Nonostante l'ambiente criminale di Vittoria sia piccolo e le perquisizioni ed i sequestri fossero già stati comunicati a tutti i pregiudicati, le minacce non erano finite e si erano anzi fatte più gravi.
“Denunciare conviene… grazie alla polizia di Ragusa e alla Dda di Catania”, scrive sul suo profilo Facebook il giornalista. “Tanta sofferenza, tanti sacrifici, tanta rabbia e preoccupazione. Oggi voglio ringraziare, di cuore, la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e la Polizia di Ragusa per l’attenzione che hanno messo, sempre, verso le vili minacce che mi riguardano da mesi. Adesso la Giustizia farà il suo corso ma è un segnale importantissimo: denunciare conviene. Si va avanti, insieme!”, conclude Borrometi.
Intanto il 14 novembre a Roma è in programma una manifestazione di solidarietà al collega, promossa dal movimento delle Agende Rosse.
Sulla vicenda interviene anche l'Unci, Unione nazionale cronisti italiani. "La polizia ha individuato gli autori delle minacce di morte contro il giornalista siciliano Paolo Borrometi. Due uomini residenti a Vittoria sono stati denunciati per violenza privata, con il sequestro di computer, hard disk e telefoni", scrive il presidente dell'Unci Alessandro Galimberti. 
"Paolo Borrometi, 32 anni, direttore del giornale online La Spia, lo scorso agosto - prosegue la nota - aveva ricevuto minacce sul social network e, a scopo precauzionale, si era trasferito a Roma. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile di Ragusa con la collaborazione della Polizia Postale e della Questura di Catania".
"Il presidente dell'Unci, Alessandro Galimberti, nel prendere atto della tempestiva azione di polizia giudiziaria, ribadisce - si legge ancora nel comunicato dell'Unione - la necessità di potenziare la legge per mettere a disposizione degli inquirenti strumenti più efficaci, non ultimo la possibilità di arrestare i colpevoli, e che soprattutto siano un deterrente reale per i sempre più numerosi aggressori via web".
La scorsa settimana il vice-presidente dell'Unci Leone Zingales, dopo l'ultima minaccia subita da Borrometi su facebook, aveva chiesto agli inquirenti di porre immediatamente fine allo stillicidio di minacce e di intimidazioni.

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