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Servizio pubblico 03 Nov 2017

Rai ancora senza piano news e web, Usigrai: «I nodi vengono al pettine»

L'uscita di Milena Gabanelli «rilancia urgenze e questioni sul futuro del Servizio Pubblico che l'Usigrai pone da tempo», rileva il sindacato dei giornalisti Rai. Che ricorda: «Sei mesi fa chiedemmo le dimissioni dei vertici e del Cda per l'assenza di un piano adeguato. Da allora nulla è cambiato».

«L'uscita di Milena Gabanelli dalla Rai rilancia urgenze e questioni sul futuro del Servizio Pubblico che l'Usigrai pone da tempo senza trovare in azienda risposte adeguate da parte di nessuno dei vertici che si sono succeduti negli anni». Lo afferma, in una nota, l’esecutivo del sindacato dei giornalisti Rai.

«L'assenza di un piano di riforma delle news, ora rinviato di almeno altri 6 mesi vista l'imminenza delle elezioni. Un ulteriore stop ad un progetto web e social, fondamentale per la Rai, soprattutto per riconquistare fasce di pubblico lontane dal Servizio Pubblico. Inoltre – incalza l’Usigrai – l'uscita di una firma scomoda che ha infastidito negli anni diversi poteri, da quelli economici a quello politico, è un fatto che di per sé desta allarme in una delicata fase pre-elettorale».

I rappresentanti dei giornalisti Rai ricordano poi: «Sei mesi fa chiedemmo le dimissioni dei vertici e del Cda della Rai per l’assenza di un piano delle news adeguato. Da allora non è cambiato nulla, se non le audaci scelte che hanno riguardato Fabio Fazio e l'artista Bruno Vespa e la rinuncia ai ricavi milionari dell'informazione online. In un contesto di costante rafforzamento dello strapotere degli agenti».

Scelte che, prosegue la nota, «continuano a tenere da parte il patrimonio produttivo e professionale dei giornalisti interni, che avrebbero potuto essere coinvolti a costi bassissimi. E così, mentre l’informazione prodotta dalle testate, con tg, speciali ed inchieste tiene in vita il Servizio Pubblico, si continuano a seguire modelli legati alle produzioni esterne».

Una situazione che l’Usigrai considera non più sostenibile: «È il momento di dire basta, è il momento che si apra una riflessione seria sul futuro di un’azienda che è prima di tutto un bene che appartiene agli italiani e non a questa o quella parte politica. I giornalisti Rai sono pronti a fare la loro parte».

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