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Fnsi 13 Set 2004

Rai, Gasparri: "Già l'anno prossimo in borsa con una quota di almeno il 20 per cento". Natale (Usigrai): "Quota privatizzazione venga discussa". Serventi: "Il Governo faccia chiarezza sull'attuazione della legge Gasparri"

Rai, Gasparri: "Già l'anno prossimo in borsa con una quota di almeno il 20 per cento". Natale (Usigrai): "Quota privatizzazione venga discussa". Serventi: "Il Governo faccia chiarezza sull'attuazione della legge Gasparri"

Rai, Gasparri: "Già l'anno prossimo in borsa con una quota di almeno il 20 per cento". Natale (Usigrai): "Quota privatizzazione venga discussa". Serventi: "Il Governo faccia chiarezza sull'attuazione della legge Gasparri"

La Rai potrebbe sbarcare in borsa con una quota di almeno il 20% gia' l'anno prossimo. E' quanto ha dichiarato oggi a Londra il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri. ''Noi gia' pensiamo che all'inizio del 2005 si potra' avere una prima tranche - ha dichiarato Gasparri riferendosi alla privatizzazione della Rai - anche in una misura tale da poter andare verso una quotazione in borsa almeno del 20%''. Gasparri ha quindi proseguito: ''Ritengo che la quotazione in borsa serva anche a ridurre, non a cancellare, l'influenza politica. Quando la societa' e' quotata in borsa, si deve tener conto del pluralismo, delle idee, in maniera tale che poi la societa' possa vincere la concorrenza''. Il ministro ha quindi illustrato i tempi dell'operazione. La legge, ha spiegato, prevede quattro mesi dopo il completamento della fusione tra Rai Spa e Rai Holding, avvenuta l'8 settembre scorso. ''L'8 settembre hanno fatto l'assemblea di Rai Holding e Rai Spa - ha proseguito Gasparri - adesso io devo girare lo statuto alla Commissione parlamentare di vigilanza appena lo ricevero', poi il Parlamento dovra' dare un parere''. A quel punto ''dato il parere del Parlamento e del governo, ci sono 30 giorni di tempo per dar modo ai creditori di contestare eventuali crediti non pagati. Tutto questo per arrivare a fine ottobre e quindi da quattro mesi a partire da quell'epoca si puo', col Cipe, deliberare una tranche con le stesse modalita' seguite per l'Eni e per l'Enel per potersi quotare in borsa'', ha spiegato Gasparri. ''Io penso che si possa partire con una tranche del 20%, gia' all'inizio dell'anno prossimo e quindi forse a marzo'', ha precisato sottolineando che ''nessuno potra' avere piu' dell'1% della societa' ma dall'inizio del 2006 si potranno vendere i rami d'azienda, per cui l'azionista potra' decidere di vendere un canale e di un canale si potra' vendere il cento per cento''. ''Penso che si debba dare un segnale vero e reale, soprattutto se c'e' un bilancio attivo - ha sottolineato Gasparri -. La Rai quest'anno chiudera' per il secondo anno con un bilancio attivo, il canone di fatto sostituisce la minore raccolta pubblicitaria, quindi non e' un fatto che altera il mercato perche' e' a fronte di servizio pubblico''. Sempre in tema di privatizzazione Rai, infine, il ministro non ha voluto fare una previsione sulla quota complessiva che potrebbe essere ceduta, limitandosi a commentare: ''Mi accontenterei che sotto la mia gestione si portasse sul mercato la prima tranche, questo sarebbe un fatto storico''. (ANSA). "La privatizzazione della Rai - ha dichiarato il segretario dell'Usigrai, Roberto Natale - sta partendo in un panorama di allarmante e diffuso silenzio. Soltanto una voce ha parlato in questi giorni, per chiedere che venga innalzata la quota di capitale Rai da cedere ai privati: “Il Sole 24 Ore”, il quotidiano della Confindustria, impegnato in una vera e propria campagna per ottenere che la Rai vada in Borsa con almeno il 20 per cento. Ed oggi è arrivata, puntuale, la risposta positiva del ministro Gasparri, che ha inoltre ricordato come l’azionista potrà decidere, dal 2006, di vendere interi canali. E’ mai possibile che l’avvio dello smantellamento del servizio pubblico – perché di questo si tratta – debba avvenire senza che forze sociali e politiche abbiano nulla da dire? Il ridimensionamento della Rai è già considerato irreversibile? Ed il vertice di viale Mazzini cosa ne pensa di questo attacco sempre più evidente al ruolo del servizio pubblico? Sbaglia di grosso chi pensa che coloro che lavorano in Rai possano accettare passivamente questo processo. Ma è fondamentale che a difesa del servizio pubblico – di un servizio pubblico che pure è da riformare radicalmente – si levino altre voci, dalle varie espressioni della società italiana. Non c’è più molto tempo per farlo". Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Il Sindacato nazionale dei giornalisti e l’Usigrai, che rappresentano oltre 1600 giornalisti dipendenti e centinaia di precari della Rai, hanno il diritto di sapere le forme e le conseguenze del processo di privatizzazione del servizio pubblico che il Ministero della Comunicazione, forse d’intesa con la Presidenza del Consiglio, sembra voler condurre in porto a tappe forzate. La Rai, ed in particolare l’informazione del servizio pubblico, rappresenta un bene prezioso e inalienabile per l’intera collettività nazionale. Il balletto delle percentuali di azienda da privatizzare entro le prossime settimane, le notizie relative alla possibile collocazione in borsa di quote della Rai, le ipotesi su prossime cessioni di strutture e di reti televisive e della radio deve cessare immediatamente. Il Governo faccia chiarezza sull’attuazione della Legge Gasparri, faccia uscire la Rai dall’attuale situazione di non governo ed illustri le proprie intenzioni alle organizzazioni dei lavoratori. I partiti della maggioranza e dell’opposizione si esprimano subito chiaramente. La Fnsi e l’Usigrai proporranno nei prossimi giorni una riunione immediata delle organizzazioni sindacali e di quei movimenti e associazioni che nei mesi scorsi si sono opposte alla Legge Gasparri. Occorrerà valutare concrete e immediate iniziative per salvaguardare il diritto dei cittadini italiani ad avere un servizio pubblico realmente indipendente “.

@fnsisocial

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