«Il nome della vittima della tentata estorsione reso pubblico ed esposto, in un contesto difficile come quello pontino, i nomi dei gravemente indiziati, appartenenti a due gruppi collegati tra loro, uno della mafia siciliana, l'altro della criminalità organizzata romana, autori di violenze e minacce, protetti invece dal segreto. Il comunicato della Direzione investigativa antimafia, centro operativo di Roma, con cui si dà notizia delle misure cautelari nei confronti di nove persone è la dimostrazione lampante degli effetti paradossali delle leggi Cartabia e Costa e di un'informazione regolata, e di fatto affidata, agli uffici giudiziari, anziché ai giornalisti». Lo si legge in una nota diffusa lunedì 23 giugno 2025 dall’Associazione Stampa Romana.
Il sindacato regionale conclude: «È necessario e urgente rivedere queste leggi, che limitano il diritto di cronaca e mettono in discussione la stessa funzione dell'informazione, soprattutto in quelle realtà in cui le organizzazioni criminali sono più forti e radicate». (anc)