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Il comunicato del Cdr pubblicato su quotidianodelsud.it
Vertenze 03 Mar 2020

Stato di agitazione e sciopero delle firme al Quotidiano del Sud. Il sindacato al fianco dei colleghi

La denuncia del Cdr: «Ai redattori solo un acconto sugli stipendi di dicembre 2019 (senza tredicesima), mentre molti dei collaboratori attendono da quasi un anno di essere retribuiti. Inaccettabile». La solidarietà  dell'Associazione della Stampa di Basilicata e del Sindacato Giornalisti della Calabria.

Stato di agitazione e sciopero delle firme al Quotidiano del Sud. A darne notizia è il Comitato di redazione del giornale che, in un comunicato pubblicato oggi, martedì 3 marzo 2020, sul giornale e sul sito web così spiega la mobilitazione dei giornalisti dipendenti di Eps srl: «L'iniziativa si è resa necessaria dopo il fallimento del confronto avviato nelle scorse settimane sull'annosa, perdurante, crisi di liquidità aziendale. Il risultato è che i redattori, a febbraio 2020, non hanno ricevuto che un acconto sugli stipendi maturati a dicembre 2019 (senza tredicesima), mentre molti dei collaboratori sparsi sul territorio attendono ancora (da quasi un anno) di essere retribuiti per il lavoro svolto».

Il Comitato di redazione, «a nome dell'assemblea dei giornalisti tutti – si legge ancora – ritiene inaccettabile, oltre che ben poco dignitoso, che iniziative di sviluppo editoriale, per quanto apprezzabili, vengano finanziate, di fatto, ritardando il pagamento delle retribuzioni per il personale, impedendogli di far fronte ai suoi impegni finanziari, e persino alle esigenze della vita quotidiana. A maggior ragione in assenza di garanzie per l'avvenire, dopo quanto accaduto a dicembre dell'anno scorso, col venir meno degli accordi appena raggiunti sul pagamento delle spettanze di novembre al corpo redazionale e ai collaboratori, a causa della sottovalutazione di un privilegio concesso a un fornitore».

Di tutto ciò, conclude il Cdr, «si è ritenuto di informare i lettori che ogni giorno onorano la testata della loro fiducia, e oggi non troveranno i nomi di quanti, in questi anni, non hanno mai risparmiato l'impegno personale per meritarla».

Al fianco dei giornalisti l'Associazione della Stampa di Basilicata, con il presidente Angelo Oliveto, e il Sindacato Giornalisti della Calabria, con il segretario Carlo Parisi.

«L'Associazione della Stampa di Basilicata è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del Quotidiano del Sud, in stato di agitazione con lo sciopero delle firme, per i fortissimi e insostenibili ritardi nella corresponsione degli stipendi: quasi tre mensilità e la tredicesima ai redattori e quasi un anno di spettanze ai collaboratori. Una situazione inaccettabile se si considera che, proprio nei giorni scorsi, alla Edizioni Proposta Sud sono arrivati, dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, contributi diretti per 3 milioni di euro, per il sostegno all'editoria, relativi all'anno 2018», si legge in una nota.

«Non è ammissibile – incalza il presidente Oliveto – che a pagare le nuove iniziative di sviluppo editoriale, con la nascita di nuove edizioni, siano gli incolpevoli colleghi che, con grande senso di responsabilità, permettono al giornale di essere tutti i giorni in edicola. Negare il diritto sacrosanto alla retribuzione dei lavoratori per privilegiare altro non più tollerabile. Chiediamo alla società editrice del Quotidiano del Sud risposte concrete e in tempi brevi».

«Una situazione paradossale – commenta Carlo Parisi – considerato che, il 28 febbraio scorso, il Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso noto di aver concesso alla Edizioni Proposta Sud, per la testata Il Quotidiano del Sud, contributi diretti per il sostegno all'editoria per l'anno 2018 pari a 2milioni 950mila 525,49 euro al lordo delle ritenute».

«È inaccettabile – aggiunge il segretario del Sindacato della Calabria – che al lavoro e ai sacrifici dei giornalisti, che da anni, in territori difficili, lavorano con coraggio e spirito di abnegazione per la fattura del giornale, vengano anteposte operazioni editoriali, evidentemente non sostenute da positivi riscontri, che  finiscono per assorbire ingenti risorse, creando disagi insostenibili ai colleghi e alle loro famiglie e, soprattutto, mettendo a repentaglio lo stesso futuro dell'azienda e dei posti di lavoro».

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