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Taglio di 150 milioni alla Rai, Usigrai: «Il Consiglio di Stato ci dà  ragione e bacchetta il Mise»
Sentenze 07 Feb 2020

Taglio di 150 milioni alla Rai, Usigrai: «Il Consiglio di Stato ci dà  ragione e bacchetta il Mise»

Per i giudici amministrativi è necessario un approfondimento sui profili di illegittimità  e di incostituzionalità  della decurtazione decisa nel 2014 dall'allora governo Renzi. «Riprova della serietà  e gravità  dei motivi di ricorso», commentano i rappresentanti dei giornalisti, che attaccano il ministero: «Se non avesse violato i propri compiti istituzionali, le argomentazioni della Rai sarebbero già  state esaminate».

«Il Consiglio di Stato ha ritenuto necessario un approfondimento sui profili di illegittimità e di incostituzionalità del taglio di 150 milioni ai danni della Rai decisi dal governo Renzi, a riprova della serietà e gravità dei motivi di ricorso. Si tratta di una prima importante vittoria ottenuta dall'Usigrai sulle risorse da destinare alla Rai Servizio Pubblico». È quanto si legge in una nota dell'esecutivo Usigrai.

Quello che emerge dalle tre sentenze del Consiglio di Stato, spiegano i rappresentanti dei giornalisti del sevizio pubblico, «è inoltre una totale inadempienza del ministero dello Sviluppo Economico, che non ha svolto un'adeguata istruttoria sui motivi dei ricorsi straordinari al presidente della Repubblica».

Il Consiglio di Stato, prosegue l'Usigrai, «ha quindi intimato al ministero di assolvere ai propri obblighi, relazionando adeguatamente su tutti i motivi dei ricorsi e trasferendo alla Rai la relativa relazione istruttoria, affinché sia possibile il definitivo pronunciamento nel merito con un giusto contraddittorio sulle questioni prospettate al giudice. Se il Mise non avesse violato i propri compiti istituzionali, le argomentazioni della Rai sarebbero già state esaminate e decise alla suprema magistratura amministrativa».

Al contrario, incalzano i rappresentanti sindacali, «il comportamento negligente del Mise ha causato una enorme dilatazione dei tempi e rischia di provocare ulteriori danni per la Rai, a causa delle minori somme versate al servizio pubblico per effetto delle norme e dei provvedimenti sui quali il ministero ha ritenuto di non pronunciarsi, violando i propri obblighi e ricevendo una censura dal Consiglio di Stato. Vigileremo sul Mise affinché svolga le proprie funzioni ed ottemperi all'ordine impartito dal giudice amministrativo, anche notificando un atto di diffida laddove si protraesse l'illegittimo inadempimento del ministero: dopo 5 anni, non accetteremo ulteriori ritardi. I responsabili dovranno pagare per i danni subiti dalla Rai».

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