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La battaglia dei giornalisti non dipendenti del Messaggero all'attenzione delle istituzioni
Vertenze 10 Lug 2020

Vertenza collaboratori del Messaggero, interrogazione del deputato Luigi Gallo a Conte e Catalfo

La lotta dei giornalisti non dipendenti del quotidiano di via del Tritone arriva alla Camera e al governo. Il presidente della commissione Cultura scrive al premier e alla ministra del Lavoro per sapere, fra l'altro, quali iniziative intendano adottare per istituire un tavolo di confronto tra lavoratori, azienda e Amministrazioni competenti. «Il lavoro di cronisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull'intera società », osserva.

La battaglia dei giornalisti non dipendenti del Messaggero, in sciopero per tre giorni contro la proposta unilaterale dell'editore di un ulteriore taglio ai compensi e il rifiuto dell'azienda di aprire il confronto con i lavoratori e i rappresentanti sindacali, arriva all'attenzione delle istituzioni. Il presidente della commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo, ha presentato un'interrogazione rivolta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, per sapere «quali iniziative il governo intende adottare al fine di istituire celermente un tavolo di confronto tra i lavoratori, l'azienda e le Amministrazioni pubbliche competenti, al fine di rivalutare l'intenzione di ridurre i corrispettivi delle collaborazioni giornalistiche a partire dal 14 luglio 2020» e «quali iniziative, anche di tipo normativo, il governo intende adottare per tutelare il lavoro, i diritti e la dignità dei giornalisti con contratti di collaborazione, al fine di garantire, allo stesso tempo, che il diritto all'informazione, la libertà d'espressione e la democrazia del Paese non siano minati».

«Il lavoro senza regole e la precarietà dei corrispondenti del Messaggero rappresentano un attacco alla democrazia, mettendo a rischio l'informazione libera. Perché solo rafforzando le tutele dei giornalisti ci si libera dai ricatti», afferma, in una nota, l'esponente del Movimento 5 Stelle.

«Ho presentato un'interrogazione parlamentare al Presidente del consiglio dei ministri e al ministro del lavoro e alle politiche sociali, e sollecitato il sottosegretario all'editoria Martella – aggiunge – per sapere come mai l'azienda, uno degli editori più conosciuti d'Italia con ben nove testate giornalistiche di sua proprietà non abbia voluto confrontarsi con i lavoratori, come si evince dalle richieste formulate dalla Fnsi. Si parla di sette euro lordi per un articolo sul cartaceo. Questa decurtazione prevista dal 14 luglio è il segno di una profonda crisi del panorama dell'informazione da non sottovalutare perché va a discapito dei giornalisti ma anche di ognuno di noi che da sempre combatte per una società con una informazione libera. Il giornalismo di qualità è un contributo fondamentale per arricchire il dibattito del Paese e  per garantire il diritto all’informazione, così come previsto all'articolo 21 della Costituzione, bisogna prima di tutto tutelare l'indipendenza economica dei giornalisti. Per questi motivi, il lavoro di giornalisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull'intera società».

PER APPROFONDIRE
Di seguito il testo dell'interrogazione.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Per sapere -  premesso che:
Forte è l'agitazione che si registra tra i a collaboratori del quotidiano "Il Messaggero",  a seguito dell'intenzione da parte della testata di una di riduzione unilaterale dei compensi. Questa decurtazione è soltanto l'ultima di una serie iniziata più di dieci anni fa e pone i collaboratori nella condizione di essere pagati con importi sotto la soglia minima di dignità professionale, al di fuori dei minimi tariffari previsti dall'Accordo tra Fieg e Fnsi sul Lavoro Autonomo sottoscritto nel 2014 ed allegato al Cnlg Fieg-Fnsi;
il 15 giugno è stata recapitata ai singoli collaboratori una lettera in cui si legge che conseguentemente ai medesimi interventi adottati all'interno di altre testate di società collegate a Il Messaggero S.p.a e a fronte dell'emergenza sanitaria, sarà necessario un aggiornamento dei corrispettivi delle collaborazioni giornalistiche, per articoli e/o servizi pubblicati, adottando con massimo rigore una razionalizzazione dei costi editoriali per tutelare l'equilibrio economico stesso della Società;
in data 23 giugno 2020, è stata costituita a Roma l'Assemblea dei giornalisti non dipendenti che si è riunita presso la sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, coinvolgendo giornalisti di tutte le edizioni del giornale, quali Roma, Viterbo, Latina, Frosinone, Rieti, Civitavecchia, Abruzzo e Umbria;
il 24 giugno la Federazione nazionale della Stampa italiana ha inviato all'Amministratore delegato de "Il Messaggero" una nota in cui è stata evidenziata la preoccupante vicenda relativa all'intenzione dell'azienda di ridurre drasticamente i corrispettivi delle collaborazioni giornalistiche, richiedendo un incontro tra le parti chiamate in causa al fine di confrontarsi per trovare un accordo che preveda condizioni migliori per i lavoratori. A tale richiesta della Federazione, l'Amministratore delegato non ha dato alcun riscontro; all'interno della lettera inviata il 15 giugno, per consentire ai collaboratori "una più compiuta valutazione", la società ha comunicato i tariffari che intende applicare a partire dal 16 luglio, indicando compensi lordi che variano, a seconda delle battute, d 7 a 20 euro per le cronache locali e da 13 a 39 euro per l'edizione cartacea nazionale; la vicenda ha suscitato solidarietà e sostegno da una gran parte di lavoratori del settore, come freelance che lavorano per altri organi di stampa, il Coordinamento dei giornalisti non contrattualizzati della Rai e il Coordinamento dei precari di Repubblica, tutti al fianco dei collaboratori del Messaggero nella richiesta di ritiro dei tagli unilaterali ai compensi e dell'apertura di un tavolo di confronto con l'azienda;
la scelta di ridurre drasticamente i compensi dei collaboratori produrrà inevitabilmente effetti negativi sulla qualità del prodotto giornalistico. L'impiego di collaborazioni esterne risulta imprescindibile, ma con tali scelte si colpisce la fascia più debole dei lavoratori che allo stesso tempo è indispensabile. Il giornalismo di qualità è un contributo fondamentale per arricchire il dibattito del Paese e garantire il diritto all'informazione così come previsto all'articolo 21 della Costituzione. Per questi motivi, il lavoro di giornalisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull’intera società;

quali iniziative il Governo intende adottare al fine di istituire celermente un tavolo di confronto tra i lavoratori, l'azienda e le Amministrazioni pubbliche competenti, al fine di rivalutare l'intenzione di ridurre i corrispettivi delle collaborazioni giornalistiche a partire dal 14 luglio 2020;
quali iniziative, anche di tipo normativo, il Governo intende adottare per tutelare il lavoro, i diritti e la dignità dei giornalisti con contratti di collaborazione, al fine di garantire, allo stesso tempo, che il diritto all’informazione, la libertà d'espressione e  la democrazia del Paese non siano minati.

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