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Fnsi 13 Nov 2003

Cassazione: sanzioni per i giornalisti prescritte in 7 anni e mezzo. Respinto il ricorso dell'Ordine della Lombardia

Cassazione: sanzioni per i giornalisti prescritte in 7 anni e mezzo. Respinto il ricorso dell'Ordine della Lombardia

Cassazione: sanzioni per i giornalisti prescritte in 7 anni e mezzo. Respinto il ricorso dell'Ordine della Lombardia

La Cassazione dice 'no' alla richiesta dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia di dilatare i tempi entro i quali si prescrive la possibilita' di infliggere agli iscritti la sanzione disciplinare. In sostanza 7 anni e mezzo - limite di maturazione della prescrizione fissato dall'art.58 della legge 69 del 1963 istitutiva dell'Ordinamento della professione giornalistica - sono giudicati da Piazza Cavour un periodo ''niente affatto breve'' per 'punire' i giornalisti colpevoli di comportamenti deontologicamente scorretti. L'Ordine lombardo, invece, sosteneva la necessita' di tempi piu' lunghi perche' ''in concreto, l'eccessiva durata dei giudizi civili e le disfunzioni dell'apparato giudiziario, impediscono il rispetto del termine massimo dell'azione disciplinare, traducendosi nell'impossibilita' pratica del suo esercizio''. Ma per la Suprema Corte il limite dei 7 anni e mezzo ''e' imposto dall'altrettanto ragionevole esigenza di evitare che sia il professionista, sia il pubblico al quale egli rivolge il suo esercizio, non siano lasciati a tempo indefinito nell'incertezza circa la conformita' dei comportamenti del professionista stesso alle regole deontologiche che disciplinano il suo campo di attivita'''. In particolare l'Ordine regionale aveva chiesto a Piazza Cavour di dichiarare l'illegittimita' costituzionale del suddetto art.58 in quanto comprimerebbe il diritto di agire in giudizio. In proposito gli ermellini hanno risposto che ''non e' coerente lamentare l'illegittimita' costituzionale della disposizione in esame sul presupposto che i tempi lunghi del processo civile impediscono, di fatto, il compiersi dell'azione disciplinare''. A tale ''disservizio'' - prosegue il Palazzaccio - il ''legislatore deve porre rimedio con interventi ben diversi da quello di dilatare indeterminatamente l'incertezza delle posizioni giuridiche; diversamente, sulla base di una tale ragione, il nostro sistema sostanziale e processuale dovrebbe vedere abolito qualsiasi termine prescrizionale o decadenziale''. Sulla scia di questo orientamento e' stata dichiarata prescritta l'azione disciplinare promossa nei confronti di una giornalista del settimanale ''Oggi'' colpita dalla sanzione dell'avvertimento, nel settembre 1996, per pubblicita' redazione ingannevole in relazione alla marca di un dentifricio. La sanzione inflitto dall'Ordine lombardo fu confermata dall'Ordine nazionale, dal Tribunale di Milano e dalla Corte d'Appello di Milano. In Cassazione il ricorso della giornalista contro la sanzione e' stato discusso a luglio - la relativa sentenza e' solo ora disponibile - e i supremi giudici, non riconoscendo il sospetto di incostituzionalita' dell'art.58, hanno dichiarato maturata la prescrizione a far data dallo scorso aprile. (ANSA).

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