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Internazionale 03 Ago 2006

La Federazione Internazionale dei Giornalisti contro tutti i bombardamenti dei media

La IFJ condanna l’attacco di Israele ai mezzi di comunicazione in Libano e l’uccisione di un dipendente della TV

La IFJ condanna l’attacco di Israele ai mezzi di comunicazione in Libano e l’uccisione di un dipendente della TV

La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha condannato i raid aerei che hanno colpito le stazioni di trasmissione usate da diversi canali della televisione libanese e l’uccisione di un operatore dei media dipendente della Lebanese Broadcasting Corporation di cui si è appresa la notizia. Altri due operatori sono stati feriti nel corso dei bombardamenti quando le stazioni di trasmissione di Future TV, della televisione gestita da Hezbollah Al-Manar e della principale rete privata nazionale, la Lebanese Broadcasting Corporation, sono state attaccate dalle bombe israeliane. “Questi attacchi ancora una volta pongono i media in prima linea nel conflitto”, ha dichiarato Aidan White, Segretario Generale della IFJ. “Essi rappresentano una terribile minaccia alla libertà di stampa e alla sicurezza degli operatori dei media e non può essere giustificata”. La IFJ sostiene che gli attacchi estendono l’assalto di Israele ai media molto oltre la televisione di Hezbollah Al-Manar, che è stata attaccata la settimana scorsa. I colpi contro la Lebanese Broadcasting Corporation, l’emittente privata principale del paese, hanno confermato la preoccupazione della Federazione in merito alla selezione degli obiettivi da colpire, che sostiene essere molto pericolosa ma inefficace nel soffocare i media. E’ stato reso noto che Al-Manar ha interrotto le trasmissioni solo per meno di 10 minuti durante i bombardamenti. “Il bombardamento delle strutture dei mezzi di comunicazione è un deplorevole assalto alle infrastrutture democratiche del Libano”, ha affermato White. “Era inevitabile che gli operatori dei media diventassero vittime dal momento in cui è stata messa in atto una tale linea di condotta”. La IFJ ha energicamente protestato contro il bombardamento mirato dei media nelle zone di conflitto da quando 16 operatori dei media furono uccisi nel 1999 a causa di un attacco NATO alla Radio Television Serbia a Belgrado. Ha da allora condannato gli attacchi contro i media in Palestina, Indonesia, Iraq e Pakistan laddove le parti combattenti hanno messo in atto attacchi mirati contro le sedi dei media impegnati a trasmettere da uno dei fronti di un conflitto. “Una volta che i media vengono attaccati impunemente, i giornalisti sono a rischio su qualunque fronte si trovino”, ha affermato White. “Insistiamo affinché i giornalisti e gli operatori dei media disarmati debbano essere considerati in ogni momento come non combattenti e non debbano essere attaccati da forze militari”. La Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) ha condannato anche l’attacco dell’esercito di Israele contro una troupe del notiziario della televisione palestinese a Gaza in cui è stato ferito un cameraman – il sesto attacco contro operatori dei media nella regione nelle ultime tre settimane.

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