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Fnsi 29 Set 2004

Liberate Simona Torretta e Simona Pari: le due volontarie italiane stanno bene e sono già rientrate in Italia. "Siamo state trattate con calore e con solidarietà. Mai visti in faccia i rapitori che alla fine ci hanno chiesto perdono e ci han

Liberate Simona Torretta e Simona Pari: le due volontarie italiane stanno bene e sono già rientrate in Italia. "Siamo state trattate con calore e con solidarietà. Mai visti in faccia i rapitori che alla fine ci hanno chiesto perdono e ci hanno regalato dolci e caramelle"

Liberate Simona Torretta e Simona Pari: le due volontarie italiane stanno bene e sono già rientrate in Italia. "Siamo state trattate con calore e con solidarietà. Mai visti in faccia i rapitori che alla fine ci hanno chiesto perdono e ci hanno regalato dolci e caramelle"

''Religiosi che ci hanno insegnato i principi dell'Islam e alla fine si sono anche scusati e ci hanno chiesto perdono''. Risponde cosi' Simona Torretta, tornata alle 3,15 nella sua abitazione in via dei Salesiani, a chi le chiede notizie dei suoi rapitori, cioe' come persone osservanti della religione islamica e gentili. ''Ci sono stati momenti in cui abbiamo avuto paura di morire. In altri momenti ridevamo tra di noi'', ha aggiunto la Torretta riferendosi a Simona Pari. Sempre parlando dei rapitori la Torretta ha aggiunto: ''Hanno compreso il nostro lavoro e da quel momento il rapporto e' migliorato. Gente che ci ha trattato con molto rispetto e con molta dignita'''. Simona Torretta ha detto di non averli visti in faccia e di essere sempre stata insieme a Simona Pari, mentre gli altri due iracheni erano in un altro luogo. ''Non sapevano nulla di quello che succedeva all'esterno - ha aggiunto - avevamo poche notizie. Sappiamo della solidarieta' del popolo iracheno nei nostri confronti''. Su quale sia stata la cosa che le ha sostenute in questi 21 giorni di rapimento, Torretta ha spiegato: ''La fede. Abbiamo avuto tantissima fede e la forza interiore che ci ha sostenuto anche perche' potevamo sostenerci solo da sole''. Con i rapitori le due ragazze parlavano in inglese. Dopo aver abbracciato la madre sotto il portone della sua abitazione, Simona Torretta ha aggiunto: ''Devo stare vicina alla mia famiglia. Questo e' stato un dolore troppo grande. Mia madre non si meritava questo''. ''Siamo state trattate bene con calore e solidarieta'''. Lo ha detto Simona Pari al termine dell' interrogatorio al quale e' stata sottoposta dal Pm Pietro Saviotti. ''Si, sto bene grazie''. Cosi' Simona Pari ha risposto ai giornalisti che, fuori la porta del sostituto procuratore Franco Ionta, la aspettavano al termine dell' interrogatorio. La ragazza e' apparsa pallida, ma si e' rivolta con un sorriso ai cronisti presenti. ''Non posso parlare - ha aggiunto - ma stiamo bene''. ''Eravamo sempre bendate e non abbiamo mai visto in faccia i nostri rapitori''. E' quanto riferito ai magistrati romani da Simona Pari e Simona Torretta. Secondo indiscrezioni le due volontarie hanno sottolineato di essere tenute prigioniere sempre nello stesso luogo, non di sapere se siano cambiati i loro carcerieri. Le due giovani, inoltre, hanno precisato di non aver subito nessuna forma di violenza, ma di essere state trattate con cordialita' e rispetto. Ai magistrati della procura di Roma le due giovani hanno raccontato che 'al momento dell'irruzione negli uffici dell' associazione 'Un Ponte per...' a Baghdad, i rapitori non avevano ne' un elenco di nomi, ne' le fotografie del gruppo di volontari. . Le due volontarie italiane hanno chiarito che, invece, al momento del sequestro a tutti gli occupanti dell'ufficio sono stati chiesti i nomi. Poi sono seguite fasi molto concitate alle quali hanno partecipato tutti i componenti del commando, dalle 10 alle 15 persone. Al momento del rilascio di Simona Torretta e Simona Pari i sequestratori le hanno salutate regalando loro una scatola di dolciumi e caramelle. I rapitori hanno poi detto loro che questo dono serviva per il viaggio. Lo ha riferito Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce Rossa Italiana che si trova in Procura per essere ascoltato dal pm Franco Ionta. La scatola contenente i dolci - che appare anche nel video di Al Jazira che testimonia la consegna - e' stata poi portata in Italia da Simona Torretta. Il commissario ha detto che le ragazze sono state trattate ''benissimo''. ''Solo in alcuni momenti - ha aggiunto - hanno temuto per la loro vita'', del resto ''hanno vissuto come un grosso trauma la vicenda Baldoni''. Scelli, sottolineando ancora come le due ragazze ''siano legatissime fra loro'', ha poi detto, su richiesta dei giornalisti ''che i vestiti che indossavano questa sera erano stati forniti dai sequestratori''. ''Tra questi non c'erano donne. Le donne in Iraq - ha precisato - fanno solo figli''. ''Sono state sempre insieme, ma separate dagli altri due'', ha spiegato ancora Maurizio Scelli. ''Tutti sono andati via, noi siamo rimasti - ha detto Scelli - e abbiamo messo sul piatto il nostro impegno in Iraq''. Il commissario ha spiegato che le due ragazze ''stanno bene, ma certo, dopo ventuno giorni di prigionia, sarebbe stata dura per chiunque''. Scelli ha sottolineato che l'impegno profuso dalla Croce Rossa e le modalita' d'intervento adottate per ottenere il rilascio delle due Simona, e' stato analogo a quello per ottenere la liberazione dei tre body guards. L'aereo che ha riportato in Italia Simona Torretta e Simona Pari e' atterrato nell' aeroporto di Ciampino poco prima delle 23.15. Alcuni parenti di Simona Torretta e Simona Pari sono saliti a bordo. Quando si e' aperto il portellone del Falcon il primo ad affacciarsi dal velivolo e' stato il commissario straordinario della Cri, Maurizio Scelli. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il sottosegretario, Gianni Letta, sono saliti sull'aereo e sono ridiscesi poco dopo. La prima a scendere dal Falcon 20 e' stata Simona Pari. Subito dopo Simona Torretta. Le due ragazze sono state a lungo abbracciate dai loro familiari e alcuni di questi ultimi hanno anche abbracciato il commissario straordinario della Cri Maurizio Scelli. Simona Pari e Simona Torretta si sono allontanate dall' aereo che le ha riportate in Italia tenendosi per la mano e sorridendo, fino alla saletta del 31/0 Stormo dell' Aeronautica. Le due giovani indossano abiti chiari, lunghi fino ai piedi. Simona Torretta ha anche una sciarpa scura, mentre Simona Pari indossa una sciarpa azzurra. Simona Torretta e Simona Pari si sono avvicinate ai giornalisti facendosi riprendere e fotografare sorridendo di gioia. ''Stiamo bene'', hanno detto, e subito dopo sono state accompagnate nella saletta Vip. 'Siamo sempre state trattate bene. Ora tutto e' finito', hanno detto. Dopo le foto e il saluto delle autorita' finalmente per Simona Pari e Simona Torretta e' arrivato il momento piu' atteso: l'abbraccio con gli amici, i volontari dell'associazione per cui lavorano e i familiari. Sorrisi, abbracci, occhi lucidi e qualche lacrima: le due ragazze sono state letteralmente sommerse dai loro amici. E per loro anche due mazzi di margherite, uno bianco e uno giallo. In Italia non sono giunti i due iracheni che erano stati rapiti con le italiane e che sono stati liberati con loro. Raed Ali Abdul Aziz, ingegnere dello staff di ''Un ponte per...'', e Mahnaz Bassan, collaboratrice di Intersos, che alcune fonti avevano indicato in viaggio per l' Italia insieme alle due volontarie italiane, sono rimasti in Iraq. Dopo una mezz'ora trascorsa in aeroporto con familiari e autorita' le due Simone sono state portate in elicottero verso la procura di Roma per essere ascoltate dai pubblici ministeri Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio. La Procura della Repubblica di Roma acquisira' il video trasmesso dalla televisione satellitare Al Jazira in cui si vedono le due Simona, insieme con il commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli, ancora incappucciate, mentre stanno per essere liberate. (ANSA)

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