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I "predatori della libertà  di stampa" secondo Rsf
Internazionale 13 Dic 2016

Libertà  di stampa, Rsf: «Cresce nel 2016 il numero dei giornalisti incarcerati»

348 giornalisti in tutto il mondo sono attualmente in carcere, tenuti in ostaggio o scomparsi. Di questi oltre 100 nella sola Turchia. Sono alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto 2016 appena pubblicato da Reporter senza frontiere.

Sono 348 in tutto il mondo i giornalisti attualmente in carcere, tenuti in ostaggio o scomparsi: il 6% in più rispetto al 2015. Di questi oltre 100, tra reporter e operatori dei media, sono detenuti nelle carceri turche, con un’impennata degli arresti del 22% dopo il fallito colpo di Stato dello scorso luglio.
Sono alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto 2016 di Reporter senza frontiere sui giornalisti imprigionati, tenuti in ostaggio o scomparsi. Numeri che segnano un drammatico aumento delle incarcerazioni di giornalisti.
Sempre in Turchia – prosegue la presentazione del rapporto di Rsf – centinaia di giornalisti hanno dovuto e devono fare i conti con il crescente autoritarismo del presidente Erdogan e sono sotto processo con l'accusa di "aver insultato il presidente" o di "terrorismo". Alcuni sono stati incarcerati senza neanche una precisa accusa a loro carico.
«La persecuzione di giornalisti di tutto il mondo sta crescendo a un tasso sconvolgente», commenta il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. «Alle porte dell'Europa – spiega – è in corso una caccia alle streghe che ha portato dietro le sbarre decine di giornalisti e ha trasformato la Turchia nella più grande prigione al mondo per i professionisti dei media».
Turchia a parte, gli altri tre Paesi che sono vere prigioni a cielo aperto per i giornalisti sono la Cina, l'Iran e l'Egitto: da soli contano più dei due terzi dei giornalisti detenuti di tutto il mondo.
52 sono invece i giornalisti tenuti in ostaggio, tutti concentrati in zone di conflitto in Medio Oriente, con Siria e Iraq che si confermano tra i Paesi più pericolosi e con 21 casi di sequestro operati dal sedicente Stato islamico.
«Le numerose risoluzioni delle Nazioni Unite sulla protezione dei giornalisti e sulla battaglia contro l'impunità di chi commette crimini contro gli operatori dei media devono ancora produrre risultati soddisfacenti. Per questo – conclude la presentazione del rapporto – Rsf chiede all’Onu di creare la figura del "rappresentante speciale per la sicurezza dei giornalisti" che riferisca direttamente al segretario generale».

PER APPROFONDIRE
Qui il link al Rapporto 2016 di Reporter senza frontiere sui giornalisti detenuti, tenuti ostaggio o scomparsi (in inglese).

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