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Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato (Foto: ImagoEconomica)
Libertà di informazione 20 Giu 2025

Paragon, Cancellato: «Dopo 5 mesi esigiamo risposte». Pellegrino: «Sono spaventato»

Direttore e capo della cronaca di Fanpage parlano con l'agenzia Ansa della vicenda che li vede coinvolti all'indomani delle novità sugli altri telefonini intercettati: quelli del fondatore di Dagospia, Roberto D'Agostino e della giornalista olandese Eva Vlaardingerbroek. Stampa Romana: «Vicinanza ai colleghi».

«Sono passati più di cinque mesi da quando ho ricevuto il messaggio di Whatsapp che mi comunicava che il mio telefono era stato bersaglio del software spia di Paragon Solutions e ancora non so chi mi ha spiato, per quanto tempo, e perché». Interpellato dall'Ansa, venerdì 20 giugno 2025, il direttore di Fanpage Francesco Cancellato risponde così sul caso dello spyware Graphite, dopo le novità sugli altri smartphone intercettati: quelli del fondatore di Dagospia, Roberto D'Agostino e della giornalista olandese Eva Vlaardingerbroek.

«Nel frattempo - ricorda Cancellato - un altro giornalista di Fanpage si è ritrovato Paragon nel telefono. E per tutta risposta, né il governo, né il Copasir sono riusciti a darci chiarimenti in merito. Noi - assicura - non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma pretendiamo rispetto, chiarezza e trasparenza. Vogliamo che il governo ci ascolti, anziché isolarci o irriderci. Vogliamo che si prenda sul serio l'offerta di Paragon stessa, che ha affermato di essere a disposizione delle istituzioni per fare luce sul caso. E vogliamo soprattutto sapere chi ci ha spiato. Confido che la magistratura ci aiuti a capirlo. Ma confido anche - conclude il direttore di Fanpage - che la politica, e soprattutto la maggioranza, smettano di considerarci un fastidio ed inizino a trattarci come dei cittadini italiani che hanno subito una grave violazione e che meritano adeguate tutele».

Sempre a colloquio con l'Ansa, Ciro Pellegrino, capo della cronaca di Napoli per Fanpage, evidenzia: «Sono un cittadino italiano che si è sentito franare il mondo addosso. Mi trovo in una situazione nella quale non avrei voluto essere e non so nemmeno il perché».

Il 29 aprile Pellegrino era stato avvisato da Apple circa la presenza dello spyware sul suo cellulare. Unico giornalista professionista coinvolto in questa vicenda, Pellegrino si è rivolto al laboratorio canadese Citizen Lab, lo stesso al quale si rivolgono Apple e Meta, che ha certificato l'intrusione di Graphite sul telefono.

«Io non so - spiega il giornalista - quali dati siano stati captati. Sul cellulare ho sia contenuti professionali che privati. Ora sono spaventato per quanto accaduto. Mi ritrovo la faccia sui giornali quando sono io che per il mio lavoro dovrei occuparmi degli altri. Chi si occuperà della mia situazione? La Procura di Napoli e Gratteri? Questo mi rallegra perché il procuratore ha sempre avuto una attenzione molto forte su questo tema. Il Copasir, i Servizi? L'importante è che esca fuori la verità. Ho tutto il diritto di sapere cosa è successo nella 'scatola nera' dei miei dati».

Come disposto delle procure di Roma e Napoli, anche sugli smartphone di Pellegrino e Cancellato verranno eseguiti degli accertamenti tecnici, i cui risultati è previsto arrivino in autunno.

E sulla vicenda interviene con una nota l'Associazione Stampa Romana, che esprime «vicinanza ai colleghi vittime di questi reati». Per il sindacato regionale, «la lista dei giornalisti spiati illegalmente del caso Paragon continua ad allungarsi. Uno stillicidio di nomi che apre uno squarcio su una vicenda sempre più inquietante. Quanti sono i giornalisti (ma anche gli attivisti e gli altri cittadini) spiati sui telefonini con il software a disposizione del governo italiano? Chi ha deciso - rimarca l'Assostampa - questa attività criminosa e perché? Sono solo alcune delle domande cui l'esecutivo deve dare risposte chiare. Non si tratta di bagatelle, ma del tentativo di controllare, e magari condizionare, l'informazione e con essa la corretta dialettica democratica». (mf)

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