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Fnsi 02 Ago 2002

Perquisizioni in Lombardia Esposto dell'Unci a Csm e Ministro contro Procura di Roma

Perquisizioni in LombardiaEsposto dell'Unci a Csm e Ministro contro Procura di Roma

Perquisizioni in Lombardia
Esposto dell'Unci
a Csm e Ministro
contro Procura di Roma

5 agosto 2002 Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi ha inviato la seguente lettera ai giornalisti di Merateonline: “Cari Colleghi, sono veramente sconcertato per l’iniziativa della Procura di Lecco di ordinare una dura perquisizione nella sede della vostra testata On-line. Si è trattato di un atto veramente intimidatorio, assolutamente sproporzionato rispetto al reato contestato che fa riferimento ad una prassi informativa largamente utilizzata dai cronisti, e cioè l’ascolto delle comunicazioni delle Forze dell’Ordine. L’eccesso nell’esecuzione dell’ordine del Magistrato di Lecco, è solo l’ultimo anello di una lunga catena che in tutta Italia ha visto nelle ultime settimane il moltiplicarsi di interventi di fatto lesivi della libertà di informazione. La FNSI ha già chiesto l’intervento del Ministro della Giustizia Castelli dal quale però non si è avuto ancora risposta. Ci auguriamo che sia possibile trovare un’intesa con il Governo e la Magistratura per avviare soluzione di gravi problemi del rapporto tra informazione e giustizia. Sulla base di queste considerazione vi esprimo anche a nome della Giunta della Federazione della Stampa, forte e convinta solidarietà per quanto è accaduto ai giornalisti di Merateonline. Cordialità.” 2 agosto 2002 Il Presidente dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani, Guido Columba, ha presentato oggi un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministro della Giustizia contro la Procura di Roma. Nell'esposto - inviato al Presidente del CSM Carlo Ciampi, al Vice Presidente Virginio Rognoni, e al Ministro Roberto Castelli, si chiede di censurare il "comportamento illegittimo, ingiustificato e intollerabile" del Procuratore Salvatore Vecchione e del sostituto Silverio Piro nei confronti dei cronisti giudiziari "inquisiti e sottoposti a una campagna di intimidazione per costringerli a rivelare le fonti di informazione della loro attività". Nel testo si ricorda che avendo aperto nello scorso marzo un'inchiesta sulla presunta fuga di notizie relative all'arresto, già avvenuto, di sei presunti terroristi islamici (poi largamente scagionati), i due magistrati hanno disposto una serie ripetuta di perquisizioni nei confronti delle colleghe Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera e Claudia Fusani della Repubblica e, in seguito, di Guido Ruotolo della Stampa. Nel corso delle perquisizioni hanno disposto "il sequestro di telefoni cellulari, messaggi Sms, agende, block notes e numeri di telefono personali, computer e altri oggetti palesemente inidonei a contenere" il presunto corpo del reato, e di documentazione giornalistica del tutto legittimamente posseduta relativa a vicende del tutto differenti da quella che aveva originato l'indagine". L'esposto sottolinea che il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato i provvedimenti di sequestro della Procura ma che il 31 luglio è stata disposta una nuova perquisizione ai danni di Carla Fusani per un'altra vicenda, e denuncia "la strumentalità dell'azione di Vecchione e Piro", poiché la "ragione di tanto accanimento è quella di impedire ai giornalisti di svolgere la loro attività professionale". Sottolineando che gli articoli scritti dai colleghi si basano su documentazioni di pubblico dominio e disponibilità, "non può infatti sfuggire - prosegue l'esposto - il significato e la portata dell'azione intimidatrice nei confronti dell'intera categoria, rafforzata dal sequestro di strumenti di lavoro per nulla afferenti all'oggetto dell'inchiesta, il cui risultato è quello di impedire in toto l'esercizio dell'attività professionale". Se a questo, conclude l'esposto, "si aggiungono le intercettazioni preventive ai danni di Liliana Milella e Gian Marco Chiocci, si ha un quadro più completo, e più chiaro, del comportamento della Procura di Roma nei confronti dei cronisti e della libertà di informazione. Il cui 'pluralismo e imparzialità - ammonisce il Capo dello Stato nel suo messaggio al Parlamento - costituisce strumento essenziale di una democrazia compiuta’".

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