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Internazionale 18 Set 2006

Quotidiani inglesi: cambiare formato aiuta le vendite

L’editoria nel Regno Unito continua a fare i conti con una crisi di cui non si vede la fine, come confermano i dati diffusi dalla National Readership Survey, l’istituto che monitora l’andamento di giornali e periodici nel Paese.

L’editoria nel Regno Unito continua a fare i conti con una crisi di cui non si vede la fine, come confermano i dati diffusi dalla National Readership Survey, l’istituto che monitora l’andamento di giornali e periodici nel Paese.

Nell’ultimo rapporto stilato dalla Nrs i risultati peggiori sono stati registrati dal Financial Times, che in un anno ha perso il 22% dei suoi lettori nel Regno Unito, seguito dal Daily Star (-12%) e dal Daily Mail, che nonostante abbia perso il 4% rimane comunque il secondo giornale più letto in Inghilterra, con 5 milioni e 450 mila copie vendute ogni giorno. In testa alla classifica dei più letti c’è il Sun, che nonostante una flessione dell’1% può sempre contare su un totale di oltre 8 milioni di lettori ogni giorno. Ma non tutti i giornali hanno fatto segnare il segno meno: l’Independent ha infatti incrementato le proprie vendite del 24% (da 617 mila lettori a 766 mila), il Times è cresciuto del 3% e il Guardian dell’1%. Gli analisti britannici hanno sottolineato come le uniche tre testate che hanno aumentato il numero di lettori siano proprio quelle che nel corso dell’anno hanno cambiato formato, incrementato l’attività promozionale e cambiato il target delle inserzioni pubblicitarie. Un destino molto simile è quello che è capitato alle edizioni domenicali dei quotidiani britannici: i due che hanno cambiato formato - l’Independent on Sunday e l’Observer - hanno fatto segnare incrementi rispettivamente dell’8 e del 9 per cento. Tutti gli altri domenicali, che hanno mantenuto le dimensioni di sempre, hanno invece perso lettori, col Sunday Telegraph che fa segnare il peggior risultato: -8%. (9Colonne)

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