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Foto: dire.it
Vertenze 09 Dic 2025

Agenzia Dire, giornalisti di nuovo in sciopero. La solidarietà della Fnsi: «L'editore saldi gli arretrati»

L'assemblea di redazione ha affidato al Cdr un nuovo pacchetto di cinque giorni di astensione dal lavoro. «Stipendi a rate da luglio e futuro incerto, sempre più vicini al punto di non ritorno», denunciano i lavoratori. Il sindacato: «A disposizione per trovare soluzioni che possano fornire certezze ai colleghi».

Il Comitato di redazione dell'agenzia Dire, su mandato dell'assemblea di redazione, che ha affidato un nuovo pacchetto di cinque giorni di sciopero, proclama una nuova giornata di astensione dal lavoro per oggi, martedì 9 dicembre 2025. «È l'ennesimo atto di protesta - si legge sul sito web dell'agenzia - per una situazione che rimane drammatica per le lavoratrici e i lavoratori dell'agenzia e di cui non si vede ad oggi la conclusione».

Il Cdr ricorda poi che «l'azienda sta attraversando un periodo di grossa difficoltà economica, dovuta anche alla mala gestione della proprietà precedente. Il costo di questa emergenza non può però essere scaricata sulle lavoratrici e i lavoratori, che insieme alle loro famiglie stanno vivendo una condizione al limite».

Incalzano i rappresentanti sindacali: «Le dipendenti e i dipendenti della Dire finora hanno attraversato: due anni di contratti di solidarietà tra il 2021 e il 2023, a cavallo del cambio di proprietà; pesanti tagli al personale attuati tra dicembre 2023 e luglio 2024; la vicenda degli ex sospesi di gennaio 2024 (non ancora del tutto risolta); il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio 2025 (poi recuperati a rate). In più, dal mese di agosto (quindi a valere sullo stipendio di luglio), le lavoratrici e i lavoratori dell'agenzia stanno ricevendo le loro retribuzioni a tranche, percependo ogni mese solamente circa un terzo del dovuto. Una condizione che li sta portando sempre più vicini al punto di non ritorno».

L'azienda «ha assicurato il saldo di luglio-agosto entro la metà di dicembre e - prosegue il Cdr - ha anticipato la volontà di presentare un piano di rientro degli ennesimi arretrati maturati finora (una parte di settembre e ottobre, insieme alla mensilità completa di novembre). Al tavolo sindacale del 4 dicembre scorso, però, nessuna certezza è stata fornita sul ritorno alla regolarità stipendiale e, soprattutto, su una serena continuità aziendale nel prossimo futuro, a causa della sospensione della convenzione con Palazzo Chigi e l'assenza del decreto di omologa in merito al piano di rientro con l'Agenzia delle Entrate (atteso dall'azienda dopo l'udienza del 20 ottobre scorso)».

Per questo «il Cdr ha deciso di proclamare una nuova giornata di sciopero e ribadisce ancora una volta la richiesta all'azienda di saldare subito gli stipendi arretrati e tornare alla regolarità retributiva, con un impegno in prima persona dell'editore più consistente di quanto fatto finora».

Infine, «il Cdr fa appello alle autorità preposte, perché si trovi una soluzione rapida rispetto ai nodi aziendali ancora da sciogliere, e al Dipartimento per l'Editoria perché mantenga alta l'attenzione sulla vicenda Dire e riattivi la convenzione non appena ci saranno le condizioni per farlo».

Al fianco della redazione si schiera la Federazione nazionale della Stampa italiana, che esprime «solidarietà ai giornalisti dell'agenzia di stampa oggi nuovamente in sciopero per protestare contro il pagamento incompleto e a singhiozzo degli stipendi e contro un'azienda che continua a non dare certezze sul futuro e sul ritorno alla normalità».

La Fnsi rileva che «sono anni che questa redazione viene colpita da licenziamenti, tagli agli stipendi, ammortizzatori sociali: è ora di dire basta. Conosciamo la situazione aziendale, ma dopo anni di incertezza l'editore deve impegnarsi in prima persona per saldare subito gli arretrati e regolarizzare il pagamento degli stipendi perché i dipendenti e le loro famiglie non possono continuare a vivere questa drammatica situazione».

Anni in cui «i giornalisti della Dire hanno sempre continuato a fornire un'informazione di qualità e sono un importante presidio di giornalismo che va tutelato: come sindacato siamo a disposizione per trovare soluzioni che possano fornire certezze e un futuro ai giornalisti e saremo sempre al fianco dei colleghi in ogni sede. Pagare gli stipendi è un dovere», conclude la Federazione della Stampa. (mf)

@fnsisocial

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