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Fnsi 23 Ott 2003

Costa d’Avorio: Reporter senza frontiere sotto choc per la morte del corrispondente di RFI, ucciso da un poliziotto

Costa d’Avorio: Reporter senza frontiere sotto choc per la morte del corrispondente di RFI, ucciso da un poliziotto

Costa d’Avorio: Reporter senza frontiere sotto choc per la morte del corrispondente di RFI, ucciso da un poliziotto

Jean Hélène, corrispondente di Radio France Internationale (RFI) in Costa d’Avorio, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco nella serata del 21 ottobre, nelle vicinanze della sede della polizia nazionale, a Abidjan. "E’ di fondamentale importanza avviare immediatamte un’inchiesta indipendente e approfondita e che le perizie balistiche e l’autopsia determino le circostanze esatte della morte del giornalista ", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporter senza frontiere. "Le autorità del paese, e in primo luogo il presidente Laurent Gbagbo, hanno la precisa responsabilità di vigilare affinché sia fatta piena luce su quanto accaduto. Devono essere prese delle sanzioni esemplari nei confronti del, o dei, responsabili dell’assassinio di questo giornalista", ha aggiunto. Reporter senza frontiere ricorda che i corrispondenti delle testate straniere in Costa d’Avorio, sono da alcuni anni, regolarmente oggetto di pesanti minacce. Il precedente corrispondente di RFI, Bruno Minas, era stato costretto a abbandonare il paese per le ripetute e minacciose pressioni nei suoi confronti. Dal settembre 2002 e con l’inizio della guerra, la situazione è ulteriormente peggiorata. I media francesi, RFI in primis, sono accusati di fare il gioco dei ribelli. I media pubblici e i quotidiani privati filo-governativi hanno a più riprese chiamato in causa i giornalisti stranieri, citati come complici dei ribelli. Nell’ottobre 2002, di ritorno da una missione in Costa d’Avorio, Reporter senza frontiere scriveva nel rapporto: "Con le loro dichiarazioni, la presidenza della Repubblica, il ministero della Comunicazione e i media di Stato, si sono associati ai giornali privati più virulenti, nel diffondere l’idea, tra la popolazione del paese, che la stampa internazionale era in parte responsabile degli avvenimenti. In questo senso, le autorità e i media pubblici hanno reso ancora più delicate le condizioni di lavoro dei giornalisti stranieri". A più riprese, l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa aveva chiesto alle autorità di prendere tutte le misure necessarie per rafforzare la sicurezza dei giornalisti stranieri. Il 21 ottobre 2003, Jean Hélène, 48 anni, corrispondente di RFI in Costa d’Avorio da diversi mesi, è stato ucciso con colpi di arma da fuoco mentre si trovava nelle vicinanze della Direzione generale della polizia nazionale (DGPN). Il giornalista voleva intervistare degli oppositori del regime liberati dopo qualche giorno di detenzione. Secondo la polizia, Jean Hélène è stato colpito la testa. Un poliziotto, presunto autore dell’omicidio, è stato interrogato dalla DGPN. Il capo di Stato, Laurent Gbagbo, il Primo ministro, Seydou Diarra, e l’ambasciatore di Francia in Costa d’Avorio, Gildas Le Lidec, si sono recati sul luogo dove è avvenuto l’omicidio nella serata.

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