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Fnsi 25 Dic 2003

Legge Gasparri: approvato il decreto per 'salvare' Retequattro. Serventi Longhi: "Non c'è traccia delle indicazioni del capo dello Stato". Natale (Usigrai): "Il Governo continua a ignorare il problema della carenza di pluralismo". Fammoni (Slc-Cgil

Legge Gasparri: approvato il decreto per 'salvare' Retequattro. Serventi Longhi: "Non c'è traccia delle indicazioni del capo dello Stato". Natale (Usigrai): "Il Governo continua a ignorare il problema della carenza di pluralismo". Fammoni (Slc-Cgil): "No al ricatto occupazionale"

Legge Gasparri: approvato il decreto per 'salvare' Retequattro. Serventi Longhi: "Non c'è traccia delle indicazioni del capo dello Stato". Natale (Usigrai): "Il Governo continua a ignorare il problema della carenza di pluralismo". Fammoni (Slc-Cgil): "No al ricatto occupazionale"

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per 'salvare' Retequattro dal passaggio su satellite e Raitre dallo stop alla pubblicita'. Il provvedimento si e' reso necessario dopo il rinvio alle Camere del ddl Gasparri da parte del Capo dello Stato Ciampi. Rete 4 potrà continuare a trasmettere fino al 30 aprile del prossimo anno, data fino alla quale Raitre potrà continuare a raccogliere risorse pubblicitarie. È quanto prevede il decreto legge approvato dal governo per risolvere le questioni relative a Rete 4 e a Raitre legate alla sentenza della Corte Costituzionale, dopo il rinvio della legge Gasparri. Entro lo stesso termine, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà svolgere un esame della complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri, per accertare la quota di popolazione raggiunta dalle nuove reti digitali terrestri; la presenza sul mercato dei decoder a prezzi accessibili; l'effettivo aumento di programmi diversi da quelli diffusi in tecnica analogica, con corrispondente aumento di pluralismo. Nei 30 giorni successivi al termine dell'indagine, l'Autorità dovrà inviare una relazione al governo e alle competenti commissioni parlamentari. Nel decreto per le tv varato dal Consiglio dei ministri ''non c'e' nessuna traccia delle indicazioni del Capo dello Stato sulla legge Gasparri''. Lo dice il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. ''Per quanto è dato capire - commenta il segretario generale del sindacato dei giornalisti - il governo vara un secco decreto di proroga dei termini della sentenza della Corte Costituzionale per salvare Retequattro e Rai 3. Delle indicazioni del Capo dello Stato sulla legge Gasparri nessuna traccia. Al di là della costituzionalità del decreto, sembra rimosso dalle parole e dagli atti del Governo ogni riferimento alla inderogabilità di una radicale modifica del ddl Gasparri nel senso indicato dal Presidente Ciampi''. Secondo Serventi, ''manca quindi un percorso chiaro, una scadenza precisa e, soprattutto, i contenuti di una nuova legge, che dovrà scaturire da un ampio dibattito parlamentare e dalla consultazione delle forze sociali. Una legge che garantisca davvero il pluralismo dell'informazione - dice - una equa ripartizione delle risorse pubblicitarie, pari condizioni per soggetti forti e meno forti, il rifiuto delle posizione dominanti e la difesa del ruolo del servizio pubblico della Rai''. Il Governo, conclude Serventi, ''prenda atto che a questo punto la legge Gasparri è azzerata, rinunci da oggi in avanti agli odiosi ricatti occupazionali, si confronti con coloro che hanno manifestato nel Paese la propria opposizione ad una legge illiberale e anticostituzionale''. (ANSA). Con il decreto sulla tv il governo ''continua ad ignorare il problema della carenza di pluralismo nel sistema dell'informazione''. Lo rileva il segretario dell'Usigrai Roberto Natale, secondo cui il provvedimento approvato oggi dal consiglio dei ministri ''risponde soltanto ad una piccola parte dei rilievi in base ai quali Ciampi ha rinviato la legge alle Camere''. Nel provvedimento non c'e ''nessun accenno alla correzione del sistema integrato delle comunicazioni, ne' alla concentrazione della pubblicita' '', sottolinea il segretario del sindacato dei giornalisti Rai. Per cui ''I prossimi mesi dovranno essere utilizzati non soltanto per il conteggio della diffusione dei decoder, ma anche per discutere in Parlamento le questioni nodali che rendono la Gasparri incostituzionale''. L'occasione, conclude Natale, ''va colta anche per cambiare la parte della legge che disciplina la Rai: per modificare le regole di nomina del vertice (che nella versione attuale renderebbero il servizio pubblico ancora piu' asservito al governo di turno) e per ridiscutere il via libera dato allo smantellamento della Rai (visto che dal gennaio 2006 sara` possibile, in base alla Gasparri, cedere interi rami di azienda)''. (ANSA). "Aver portato alla fine dell'anno una legge sbagliata, è stato un errore e una responsabilità grave, com'è grave e inaccettabile sollevare in modo strumentale il tema dell'occupazione". E' quanto dichiara il segretario generale SLC-CGIL, Fulvio Fammoni, a proposito della legge Gasparri e del decreto 'salva tv'. "Il sindacato - prosegue Fammoni - come sempre si batte per la tutela del lavoro e la continuità produttiva, come avremmo spiegato alla maggioranza di governo se invece di negare il confronto, ci avesse ascoltato. A questa impostazione provocatoria sarebbe facile rispondere che non sono vere le cifre sugli organici di Mediaset o che l'attivo netto di bilancio è superiore al presunto taglio pubblicitario". "Non sono vere - prosegue - le previsioni di un D.G. della RAI, che non indica mai una scelta positiva per il futuro dell'azienda. Ma adesso occorrono invece scelte coerenti, poiché le indicazioni del Presidente della Repubblica sono chiare e la legge deve essere cambiata". "Il Parlamento - conclude il sindacalista - indicherà modi e tempi, ma il presupposto di un provvedimento urgente da molti annunciato è evidente che è legato all'esplicita previsione della accettazione delle indicazioni del Presidente della Repubblica. Altrimenti si prenderebbero in giro per primi i lavoratori di quelle aziende. Ci batteremo quindi contro ogni forma di ricatto e di fronte a questa inedita attenzione all'occupazione, ripropongo un tema nemmeno affrontato dalla legge, quello delle tutele del lavoro dell'informazione". (Apcom)

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