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Il giornalista Ahmet Altan (Foto: @globalfreemedia)
Internazionale 28 Feb 2018

Turchia, altra condanna per il giornalista Ahmet Altan

L'ex direttore del quotidiano Taraf è finito sul banco degli imputati con le accuse di 'ingiuria nei confronti del presidente della Repubblica' e 'propaganda a favore di organizzazione terroristica'. Dopo l'ergastolo deciso dal giudice lo scorso 16 febbraio, inflitti ulteriori cinque anni e 11 mesi di reclusione.

Un'altra condanna è stata inflitta oggi al giornalista e scrittore turco Ahmet Altan. Dopo l'ergastolo duro deciso dal giudice lo scorso 16 febbraio, in un separato processo la corte ha decretato la reclusione del giornalista per un periodo di cinque anni e 11 mesi. L'ex direttore del quotidiano Taraf è finito sul banco degli imputati con l'accusa di 'ingiuria nei confronti del presidente della Repubblica' e 'propaganda a favore di organizzazione terroristica'. Accusa quest'ultima che ha decretato anche la condanna all'ergastolo duro di 10 giorni fa, una sentenza che ha colpito anche il fratello di Ahmet Altan, Mehmet, economista e intellettuale e il noto volto televisivo Nazli Ilcak, tutti accusati di aver dato sostegno ideologico ai golpisti di Fetullah Gulen, ritenuto la mente del golpe fallito il 15 luglio 2016 in Turchia.

Ahmet Altan si è oggi difeso in udienza rigettando tutte le accuse nonostante si trovasse in video collegamento e citando l'articolo che lo ha portato oggi sul banco degli imputati. «Mi giudicate per aver scritto che a Diyarbakir (maggiore città curda del Paese, ndr) le forze di sicurezza combattono contro i bambini. Non potevo usare la parola bambini perché voi non li chiamate così, ma io non sono tenuto a chiedervi che parole utilizzare. Non è un reato usare la parola bambino, ma è un reato contribuire a creare un Paese in cui i bambini vengono uccisi». Queste le parole di Ahmet Altan, che ha poi attaccato la magistratura turca, accusandola di una vera e propria persecuzione. «Sono stato condannato come integralista islamico, golpista, accusato di terrorismo brigatista. Ora non ho idea di quanti anni vogliate darmi ma fate pure, ho le spalle abbastanza larghe». (AGI – Istanbul, 28 febbraio 2018)

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